Volevamo essere Jo di Emilia Marasco

Era il 1868 quando Louise Mary Alcott pubblicò “Piccole donne”. Era la storia, divenuta immediatamente un classico della letteratura per ragazzi, di quattro sorelle, Jo, Meg, Beth ed Amy, cresciute nell’America povera, nel pieno della Guerra di Secessione.
Emilia Marasco, sull’onda di una rivisitazione, pubblica “Volevamo essere Jo”.

È il giorno di Natale del 1976 a Genova e le quattro amiche, Silvia, Giovanna, Carla e Lara, ricevono in dono un regalo inaspettato: quattro copie identiche del suddetto libro:

“Quattro libri, lo stesso libro per ciascuna, una copertina rigida con un bordino azzurro che inquadrava un’illustrazione, un salotto di casa, quattro ragazze intorno a una donna seduta su una poltrona. (…) gli occhi puntati su di loro: Lara, Giovanna, Carla e Silvia. Giovanna lesse il titolo ad alta voce: ‘Piccole donne’!”.

Affascinate, decidono di mettere in scena il testo, ma litigano perché tutte vogliono essere Jo. Allora trovano un accordo: saranno tutte Jo, una settimana ciascuna. Settimana dopo settimana, organizzano le attività tipiche delle Piccole donne del romanzo: allestiscono bauli di travestimento, commedie condominiali e un giornalino di palazzo. Suscitano la stessa curiosità dei condomini che assistono increduli, in particolare Valeria, una giudice che vive sola, abituata a indossare tailleur al lavoro e abiti sgargianti fuori, anticonformista, con

“quell’uomo che ogni tanto compariva suscitando la curiosità del vicinato. Il mio fidanzato? No, Giovanna, qualche volta capita che un uomo mi regali dei cioccolatini o dei fiori, ma di sicuro non aspetto un uomo per godere di una cosa bella come i fiori e di una cosa buona come il cioccolato. I fiori li compro ogni sabato al chiosco vicino alla stazione”.

Un incontro determinante sarà quello con Edoardo, figlio della coppia di portinai. Lui si unirà al gruppo, nonostante le prime, naturali ritrosie, perché

“un maschio in un gruppo di femmine vuole subito comandare!”

E loro, ovviamente non ci stanno, lo mettono alla prova, fin quasi ad umiliarlo, ma lui testardamente riesce a conquistarle tutte, anche se una in particolare... Il tempo è tiranno, e inesorabilmente scorre. Così le quattro compagne si ritrovano vent’anni dopo.
È tempo di bilanci e di narrazione del proprio vissuto. Di qui la naturale scoperta di quanto è rimasto al netto delle scelte generose e degli amori sbagliati delle piccole donne di un tempo remoto.
Nel libro vi è una sapiente e perfetta costruzione dei tanti personaggi, dei loro rapporti e della loro crescita. La prosa è minuziosa e precisa, scorrevole, con un ritmo cadenzato, anche se un po’ lento.
I temi trattati sullo sfondo sono tanti: l’amicizia, l’amore, il tradimento, la malattia, il divario sociale.
È un viaggio all’interno della crescita e del vissuto di ognuno di noi, con le nostre gioie, le nostre tristezze e le nostre delusioni. Scava profondamente all’interno dei ricordi. Contiene in sé un profondo messaggio: tutti noi abbiamo sogni di gioventù, che spesso non riusciamo nell’arco di una vita a realizzare. Ma in fondo è bello così, perché vivere vuol anche dire non smettere mai di rinnovarsi e di credere, soprattutto, nelle scelte che compiamo. Viva i desideri!