Zoo di Paola Barbato

Come nei peggiore degli incubi, Anna si risveglia circondata dalle sbarre di una gabbia, chiusa in un capannone con altre gabbie che imprigionano persone come lei.

Immagina di trovarti nel peggiore dei tuoi incubi. Se non riesci a svegliarti, sei nello zoo.

Inizia per Anna una lotta all’ultimo sangue contro lui, il misterioso carnefice che ha rapito lei e altri sventurati per rinchiuderli in carrozzoni scrostati con scritti in russo i nomi di animali. E proprio come animali vengono trattati dal loro carceriere, privati del vestiti, nutriti con avanzi di cibo e con solo un mucchio di paglia come giaciglio. Tutte le privazioni a cui sono sottoposti servono a togliere loro la dignità e l’identità, per assimilarli alle bestie in quello che appare come un circo personale per il crudele aguzzino.

Non sono come Vasco, sono peggio di Vasco. Se non scappo diventerò un mostro anche io.

Paola Barbato con Zoo (Piemme, 2019) ci presenta un thriller psicologico crudo e incalzante, angosciante al punto giusto, disturbante, ma che cattura il lettore fino all’epilogo. Ottima la capacità della scrittrice di non cadere mai nella banalità nonostante tutto il romanzo si svolga in un’unica ambientazione.
I personaggi risultano ottimamente tratteggiati e approfonditi. Costretti a vivere in cattività come animali, fanno uscire lati della loro personalità sconosciuti
anche a loro stessi.
In mezzo al sistema sociale che hanno creato, Anna emerge come elemento di disturbo: inizialmente incredula e impaurita, si rivelerà fredda e senza scrupoli, arrivando all’omicidio se utile a raggiungere il suo fine: evadere dal carrozzone. Il suo comportamento e quello degli altri personaggi porta a riflettere, a chiedersi fino a che punto si è disposti a spingersi per poter sopravvivere e se anche in condizioni così estreme sia possibile mantenere uno scampolo di umanità.

Zoo fa parte di una trilogia a cui manca l’ultimo romanzo, il precedente è Io so chi sei. Possono essere letti in ordine cronologico o anche singolarmente.
Lettura consigliatissima agli amanti del thriller crudo, in particolare psicologico.