Il coraggio della signora maestra
- Autore: Renzo Bistolfi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: TEA
- Anno di pubblicazione: 2016
Storia partigiana di ordinario eroismo è il sottotitolo del volume, in uscita oggi 16 settembre, “Il coraggio della signora maestra” (TEA, 2016), il nuovo garbato romanzo, ambientato nella Liguria della anni Cinquanta e Sessanta che ha come protagoniste le irresistibili sorelle Devoto, di Renzo Bistolfi, nato a Genova nel 1954 e residente a Milano,
“Un eroe è colui che fa ciò che può. Gli altri non lo fanno”.
La frase dello scrittore e drammaturgo francese Romain Rolland è l’emblematico l’esergo del presente volume dedicato
“Alla memoria di Clotilde (Bruna). E a quella di mio padre”
che ritrae una donna testarda e coraggiosa, soprannominata da ragazza “Madonna Tempesta”, brava maestra elementare la quale nel ’43 compì un gesto di straordinario eroismo.
Vittoria Barabino Piovan quando aveva solo poco più di vent’anni ed era sfollata a Cremolino in Piemonte con la madre e la figlioletta Paola di due anni, riuscì a sventare un attentato dei tedeschi a Ovada, fermando un treno in tempo per evitare una rappresaglia nazista. Il lettore immerso tra le pagine del romanzo, immagina che la bella e determinata Vittoria abbia il volto simile a quello della ragazza ritratta nella fotografia in bianco e nero che accompagna il volume. Gli episodi narrati del libro sono fondati sulla realtà, precisa Renzo Bistolfi nella Nota d’Autore, anzi è veramente esistita una maestra partigiana che sventò il deragliamento di un treno, fu arrestata dalla polizia politica e fu salvata dall’ufficiale che l’aveva in consegna. Costruito su due piani temporali, Sestri subito prima e durante il secondo conflitto mondiale e la Sestri del 1961, il romanzo sottolinea come sedici anni dopo, e putroppo accade ancora adesso,
“ci sono questioni che non sono ancora chiuse, piaghe che sanguinano ancora”.
Alla fine della guerra, dopo il 25 aprile, “ne sono successe di tutti i colori”, erano stati quelli giorni difficili e confusi, alcuni ne approfittarono per fare cose che normalmente non avrebbero potuto fare, per
“regolare conti che altrimenti non si sarebbero potuti regolare”.
E certe vittime avevano avuto solo il torto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. “È permesso?”. Le signorine Devoto, Santa, Siria e Mariannin, tre anziane sorelle nubili, erano andate a trovare Vittoria Barabino che si trovava nell’Archivio della Chiesa intitolata alla Natività di Maria Santissima e a San Nicola da Tolentino del quartiere Castiglione di Sestri. Quando era passato per l’Archivio Padre Gabriele il discorso era caduto sul fatto che il Cardinale Giuseppe Siri, durante una recente ricorrenza in parrocchia aveva lodato il comportamento della signora Barabino, insegnante di catechismo. Inoltre l’alto prelato aveva ricordato che
“quella donna ha salvato molte persone rimediando al tradimento di qualcuno”.
Un tradimento che metteva in pericolo molte vite. “Lei vi pose rimedio e si guadagnò persino una medaglia al valor militare per meriti della Resistenza. Alla fine della guerra mi confessò di conoscere il nome del traditore. Ma non volle rivelarmelo. C’era di mezzo un morto”. Ma la maestra Barabino parlava malvolentieri del suo passato: “sono cose che non val la pena rivangare”, aveva sottolineato Vittoria. Dopo in chiesa la sagace Mariannin aveva fatto notare alle sorelle che la maestra non era stata contenta “che si ciarlasse sul suo conto”. Sira, non vedente, la più vecchia e la più pragmatica delle tre, aveva aggiunto:
“Fatto sta che si è adontata. E sarebbe interessante capire perché”.
Il coraggio della signora maestra, ovvero, Storia partigiana di ordinario eroismo
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