I garbati maneggi delle signorine Devoto
- Autore: Renzo Bistolfi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: TEA
- Anno di pubblicazione: 2015
La novità di Tea libri dal 10 settembre in libreria è il romanzo I garbati maneggi delle signorine Devoto ovvero Un intrigo a Sestri Ponente di Renzo Bistolfi, nato a Genova nel 1954 e residente a Milano, dove lavora come manager in una società internazionale, autore di un amabile giallo con la Liguria degli anni Cinquanta come sfondo.
“L’estate del 1958 era particolarmente calda”. Dopo due settimane di scirocco impietoso, quel giovedì mattina di fine agosto finalmente spirava un deciso vento di tramontana: l’aria si era fatta asciutta e le nuvole se ne andavano verso il mare liberando uno squarcio d’azzurro sempre più ampio. “Tutta Genova, da levante a ponente, tirava un sospiro di sollievo”. La campana di Santa Maria di Castiglione, a Sestri Ponente, uno dei quartieri del ponente genovese, diffondeva nell’aria ormai tersa gli ultimi rintocchi che sembravano rimbalzare sui tetti mentre le rondini e i gabbiani volavano alti nel cielo lanciando le loro strida. La Messa delle otto era appena terminata e le solite fedeli risalivano la via che portava in collina verso le vigne e gli orti di Borzoli. Le prime in fila erano le sorelle Devoto, tre anziane nubili e cattoliche osservanti di buona famiglia, che avanzavano nel consueto ordine: Santa davanti, impettita, a fendere l’aria come una polena e dietro Mariannin, che trotterellava a piccoli passi rapidi tenendo per mano Siria, non vedente. Le sorelle Devoto nel quartiere erano considerate un’autorità, perché appartenevano a un’antica famiglia di impresari edili, “gente che aveva sempre pagato il giusto, trattato bene gli operai e rispettato la parola data”. Cesare, il padre delle Devoto aveva costruito all’inizio del Ventesimo Secolo le otto palazzine signorili allineate lungo la Via Privata Vassallo, una breve strada senza sbocco piazzata di fronte al mulino. Tutti salutavano con rispetto le sorelle dai modi riservati e un poco rigidi di chi è consapevole del proprio ruolo e deve innanzi tutto rispettarne il prestigio. Santa, Mariannin e Siria si somigliavano, perché vestivano tutte con tailleur fuori moda, camicette inamidate e cappellini ornati di frutta che le facevano sembrare uscite da una fotografia dell’Ottocento. Nonostante l’aspetto esteriore comune, le sorelle erano diverse nei caratteri. Siria, la più anziana, ottantacinque anni, era cieca dalla nascita ma possedeva acume e raziocinio. Mariannin, la sorella di mezzo, ottant’anni, era pignola, meticolosa, tendeva a perdere la memoria e ricordava un albero colpito dal fulmine, avvizzito e ridotto a corteccia. Santa, la più giovane delle Devoto, settantasette primavere, fisico vigoroso, modi decisi e impulsivi, si sentiva ancora una signorina da marito e cullava il sogno di un fidanzato immaginario che doveva tornare prima o poi dalle Americhe. Tutte erano convinte che il genere umano si dividesse in due categorie:
“quella buona, che era rispettabile, cristiana e all’antica e quella poco raccomandabile, che comprendeva tutto il resto”.
L’autore Renzo Bistolfi, appassionato di teatro e in passato attore in una compagnia amatoriale, pone sulla scena tre irresistibili vegliarde che da sempre vivevano in simbiosi, tanto da apparire come un essere indifferenziato piuttosto che tre individui distinti. Il romanzo è una preziosa e raffinata cartolina degli anni Cinquanta, che scopre e riscopre l’inimitabile commedia all’italiana. Infatti, il lettore, divertito ed entusiasta, immagina quali attrici potrebbero interpretare i ruoli delle originali protagoniste che non esitano a scendere in guerra usando “garbati maneggi” quando vedono minacciato il loro piccolo mondo antico da qualcuno pronto a tutto, anche al crimine pur di impossessarsi delle loro proprietà.
“I miei racconti sono piantati in quella Sestri, come l’accetta in un ceppo. Essi fanno rivivere, parlare, agire, certi personaggi genuini che hanno costellato la mia infanzia, la mia adolescenza, e mi sono rimasti nell’anima. Nessuno di questi personaggi se ne avrà a male se ho preso a prestito le loro figure, i loro caratteri, le loro voci, perché nessuno di loro, neppure uno, è più di questo mondo”
ha rivelato Bistolfi, che considera Georges Simenon, del quale ha letto tutti i libri, il suo vero maestro.
I garbati maneggi delle signorine Devoto: Un intrigo a Sestri Ponente
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