È scomparso mio nonno
- Autore: Giuseppe Fiori
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Nel 2019 Giuseppe Fiori aveva pubblicato un poliziesco molto particolare ambientato a Roma, nel commissariato che sorge sull’isola Tiberina, dal titolo fortemente allusivo: Il pasticciaccio del Commissario Martini. In quel romanzo Fiori metteva insieme la sintesi dei suoi temi prediletti: il gusto per il romanzo giallo, la passione per la letteratura italiana, l’amore per la sua città rivisitata in tutte le sue epoche storiche, il gusto per il multilinguismo, ibridazione di un italiano colto con le forme dialettali del romanesco, e il senso etico della giustizia che è palesemente derivato dalla sua appartenenza al ruolo dirigenziale dello Stato. Ecco dunque la seconda avventura del commissario Omar Martini, sempre a capo del commissariato fluviale sull’isola Tiberina, dove sorge un ospedale, una chiesa, un bar e la sede del commissariato, dove lavorano i soliti collaboratori: Giustoleo ,Almarati, Rotella, una donna poliziotto, l’agente scelto Oreste, adibito all’uso della barca a remi che naviga sul fiume a forza di braccia, anche se non manca anche un piccolo natante a motore.
Dal fiume inizia È scomparso mio nonno (Robin, 2024); una moria di pesci inattesa interessa il commissariato fluviale, mentre una ragazza dalla treccia rossa, Ghita, compare in ufficio per denunciare la scomparsa di suo nonno, René lo Spadino, noto ladro ben conosciuto in commissariato che da giorni non dà più notizia di sé né al figlio né alla nipote. Fatto del tutto inspiegabile. L’amico del commissario, Uberto H, pittore e disegnatore di fumetti, altra passione dell’autore del libro, denuncia il furto di una tela di cui avrebbe dovuto fare una copia. Così tra pesci morti e furti di quadri inizia questo lungo poliziesco nel quale non mancano le sorprese, tra le quali un nome misterioso che ricorre in continuazione mettendo in allarme il commissario Martini: Paride. Chi è o cosa si nasconde dietro questo nome mitologico?
Ben presto dai pesci morti analizzati del medico legale si capisce che sono stati uccisi da un’overdose di cocaina, mentre arrivano alla Morgue decine di ragazzi stroncati dal una droga sintetica micidiale messa sul mercato a basso costo per cancellare il mercato della cocaina e tramite la quale vivono piccoli e medi spacciatori. Paride dunque è un flagello che deve essere stroncato e a questo si dedicano le frenetiche ricerche dell’ufficio di Omar Martini, a cui il ladro Renè, la sua compagna nera Zambana, la nipote Ghita, l’amico Uberto H e il barista Ricciolone collaborano a vario titolo.
Giuseppe Fiori è uno scrittore prolifico, ma qui sembra voler quasi sintetizzare le sue grandi passioni: la conoscenza profonda della storia romana, a partire dall’antichità; l’interesse per i suoi concittadini, siano lavoratori onesti o ladruncoli, baristi e osti trasteverini, infermieri e medici, guardie giurate o prostitute, disegnatori di strada e piccoli spacciatori. Nel libro sono citati scrittori, romanzi, monumenti celebri, avvenimenti storici; l’origine della Barcaccia del Bernini, ideata in seguito a una tragica alluvione che aveva sommerso la città, prima che il “Biondo Tevere” fosse in epoca recente munito dei celebri muraglioni che proteggono la città, è uno dei numerosi esempi di cui lo scrittore ci dà conto nel romanzo, il quale ha tutte le caratteristiche del genere poliziesco, secondo una consolidata tradizione a cui l’autore resta fedele, ma che in realtà contiene molto di più.
I fumetti storici, con la citazione di Cino e Franco che ne è l’esempio più significativo, e la storia di ponti romani che uniscono le due rive del fiume, di cui Fiori sembra un vero esperto, testimoniano la fedeltà a una città che lo scrittore descrive con amore e simpatia, come se l’attuale degrado dovuto a un turismo mal gestito e troppo invasivo fosse messo da parte privilegiando una storia di fantasia che mette in guardia dal pericolo di una invasione sconsiderata di un veleno che viene, non a caso, da un personaggio losco e dal nome russo.
Il romanzo è denso di storie, aneddoti, personaggi minori, piccole vicende di quartiere, leggende romane, grandi amori e molte bevute, mangiate, colazioni ghiotte: la ciambella fritta coperta di zucchero, una vera e propria tentazione. E, su tutto, un senso di giustizia profonda che pervade le imprese di Omar Martini, al quale va tutta la nostra simpatia.
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