Il marchio perduto del templare
- Autore: Giuliano Scavuzzo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2017
L’assassino non ha memoria, non ha ricordi, solo sogni. Vede immagini vaghe, di un nobile cavaliere templare, riccamente armato, che si batte in Terrasanta per restituire il sepolcro del Nazareno alla Cristianità. Ma si risveglia a Roma, nella misera stanza di un’osteria maleodorante. Non indossa un’armatura elegante, è protetto da un corpetto di cuoio bollito resistente ai colpi. Dalla cintura pendono due armi, lunghi pugnali affilatissimi, dalla lama insolitamente nera. È un romanzo d’avventura, storico, esoterico, fantasy, quello che segna il debutto narrativo di Giuliano Scavuzzo, “Il marchio perduto del templare”, da poco apparso per i tipi Newton Compton, nella collana Vertigo (gennaio 2017, pp. 282, euro 9,90).
L’autore quarantenne, romano, si occupa di comunicazione e marketing, collabora con diversi blog occupandosi di cultura, sport e medicina. Ha scritto in un lungo soggiorno a Bali, tra meditazione e surf, una storia ambientata nella Roma decadente del primo XIII secolo e venata di psicanalisi.
Dopo aver dominato il mondo per secoli, l’Urbe ha perso la sua magnificenza. È moribonda, disastrata dall’incessante lotta tra fazioni, povera di risorse e disprezzata non solo dai principi, anche dagli stessi pontefici. Ma l’attuale, Innocenzo III dei Conti di Segni, coltiva progetti di rilancio, vuole consolidare il potere temporale della Chiesa ripartendo dalla città eterna.
Storia e anche psicanalisi junghiana. L’assassino è l’Ombra e secondo lo psicoanalista svizzero l’Ombra è l’aspetto ferino latente nell’uomo, il lato oscuro, rimosso, respinto, proiettato: a sbagliare sarebbero solo gli altri, a comportarsi male, a non rispettare le regole, a sporcare la nostra vita. Invece siamo tutti Jekyll e un Mister Hyde è in agguato in ciascuno di noi.
L’assassino ha in testa un mosaico di immagini senza forma. Ha preso a bere, fino a dimenticare tutto. Forse è per questo che ha perduto i ricordi di una vita. Non rammenta quando ha cominciato la carriera di omicida e dove ha imparato l’arte della guerra, visto che combatte e uccide meglio di chiunque altro. Colpa della stregoneria, pensa. Gli eretici la professano in cambio di denaro e potere ma il papa li affronta con una nuova arma terribile: il Tribunale dell’Inquisizione, la tortura spietata.
L’assassino si chiama l’Ombra. Rivuole il suo passato, deve capire il significato dei sogni, quelli del templare in Palestina. Sa che Lilith, la strega che vive nel Colosseo, può rivelargli la sua storia. E c’è quel prete, ch’è entrato nella sua stanza e gli ha detto di poterlo liberare dalla sua maledizione.
Il sacerdote è Don Graziano. È arrivato dalla Spagna dieci anni prima. Ama l’antica città, la rispetta, è pur sempre il centro della Cristianità.
L’assassino, l’Ombra, scorta il religioso nelle strade insidiose di Roma, scontrandosi con ladri, sventando agguati, affrontando in particolare uno strano uomo, Gerard il Toro, che prima di spirare – sorpreso di morire, si credeva immortale – lo ha chiamato Asmodeus.
In città, una congrega occulta trama in segreto di portare a termine i riti demoniaci che daranno il potere assoluto al capo, Lucifuge. Serve il sacrificio di sei gemelli, tre coppie eterozigoti, maschio e femmina. I primi quattro sono stati rapiti e il rito tremendo del fuoco è stato compiuto. Erano figli di povera gente, prenderli non è stato difficile. Resta la coppia di piccoli nobili. Le forze del male danno loro la caccia.
Don Graziano ha bisogno dell’assassino per contrastare l’incantesimo del rito infernale: l’Ombra, Asmodeus, il cavaliere Shane de Rue, il Generale, come lo chiama Lilith la strega. È bellissima, sensuale. La magia può essere nera, bianca, rossa,
“tocca a noi scegliere quale usare”
dice. E compie un rituale sull’uomo.
Il passato si rivela. Sei templari, la Palestina, la prigionia, l’abiura della Croce, la promessa di servire gli inferi. L’Apocalisse da scatenare. Occorrono sei gemelli, un rito, un libro di magia, la Clavicula Salomonis, ma uno dei templari, Shane de Rue, ha rinnegato gli altri demoni, ha tradito, ha rubato il testo, lo ha nascosto, ha cancellato i suoi ricordi per renderlo introvabile.
In questa storia di sortilegi, magie e inconscio, c’è un altro templare, totalmente buono, è Gabriel Hill, uno studioso, puro come un angelo, di cui porta il nome: Jabrail, Gabriele, quello che ha rivelato il “Corano” a Maometto.
La battaglia contro il male è lunga, dolorosa, gronda sangue. Giuliano Scavuzzo spiega che il protagonista del romanzo è dilaniato tra tre diverse entità: Shane, Asmodeus e l’Ombra ed ognuna cerca di prevalere sulle altre. L’anima si trasforma in un campo di battaglia: una trinità oscura. Asmodeus è un demone importante nel pantheon infernale. L’Ombra è un archetipo junghiano che dall’oscuro dell’uomo fa affiorare energie istintuali inconsce. Il templare rappresenta i valori.
Il romanzo avvia una saga che Giuliano Scavuzzo intende sviluppare ancora a Roma, prima di varcare i confini dell’Italia medievale e raggiungere le terre del Nord celtico.
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