Una mattinata in libreria. Rilke e il bibliotecario
- Autore: Carl Jacob Burckhardt
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2017
Una mattina d’inverno del 1924 a Parigi, Carl Jacob Burckardt, diplomatico, narratore e storico dell’Università di Ginevra, è seduto in poltrona dal barbiere quando riconosce la voce del poeta Rainer Maria Rilke con i suoi baffi spioventi, esile e malato da tempo, che si giustifica di aver lasciato il portafoglio in albergo e di non poter provvedere a pagare. Burckardt ha trentaquattro anni e in quel periodo lavora alla Biblioteca Nazionale; Rilke, invece, è in un periodo di scrittura costante in lingua francese. Quale occasione migliore, “sbarbati e pettinati di fresco”, per fare una passeggiata lungo la Senna, dai cortili del Palais Royal alla piazzetta dell’Odéon.
Rilke non manca di ammirare ogni volta la bellezza delle opere e dell’architettura di Francia, valore per l’Europa tutta.
“Ma quanto sono fragili questi valori, e quanto a rischio! … Solo l’essere umano distrugge le distinzioni e cancella le opere uniche”.
Vorrà entrare in un negozio angusto e buio di volumi di antiquariato, dove i libri sono per lo più accatastati fino al soffitto o su lunghi tavoli un po’ traballanti. L’anziano libraio Augustin, con occhi solerti e modi affabili, mostra loro ciò che ha tra le mani in quel momento, l’edizione Ronsard del 1867. Rilke sfoglia il volume e inizia a leggere a bassa voce, declinando armoniosamente i versi in francese del poeta francese. Di lì a poco fa il suo ingresso Lucien Herr, “dall’imponente testa calva e dai tratti socratici”, intellettuale socialista, filosofo di profonda cultura e bibliotecario dell’Ecole Normale. Il giovane Burckhardt diverrà a quel punto spettatore e testimone dell’incontro tra due spiccate personalità, della loro conversazione che, dalla iniziale diffidenza, si ridurrà man mano fino ad una malinconica congiunzione di pensieri.
“Rilke sostenne il suo sguardo e, per un attimo, i due rimasero seduti in silenzio uno di fronte all’altro. Ebbe origine qualcosa di simile a un flusso, il cerchio era stato chiuso e Rilke sorrise rilassato: il suo lieve turbamento provocato da un possibile fastidio era venuto meno di nuovo. Ora stava sorridendo anche il socratico, energico signore”.
Il tempo trascorse velocemente dialogando con partecipazione sulla cultura europea, sulla sua importanza e il suo inestimabile valore, quando si ritrovano all’ora di pranzo, e tra i libri sul tavolo un fumante pollo arrosto e del Bourgogne invecchiato portato da madame Julie, la corpulenta proprietaria della trattoria lì nelle vicinanze.
“Divenne chiaro, allora, come esistono altri confini rispetto a quelli derivanti dalle vicende storiche degli stati e a quelli tracciati dalle diverse lingue, che esiste qualcosa che alcuni di noi hanno in comune fin dall’antichità: una genuina, ilare conoscenza della profondità consistente nel fatto che ogni parola significa qualcosa di preciso e non di generico, e che nel flusso perpetuo esiste l’elemento duraturo che emerge nelle relazioni umane davvero autentiche …”
“Una mattinata in libreria” è un brevissimo racconto ripubblicato dalla Apeiron Editori e da qualche mese in tutte le librerie. Un piacevolissimo classico, dalla scrittura raffinata e ispirata, nello stile dell’autore che narra di una giornata unica e particolare, trascorsa in una bottega di libri, del discorrere tra il poeta e il bibliotecario che commemorano La Fontaine, Racine, Ronsard e Johann Peter Hebel, e nella grandezza dei loro versi, i nostri due protagonisti celebrano la vita, il pensiero e la morte.
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