Milk
- Autore: Chiara Rovere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Nell’atto di camminare c’è un minuscolo istante in cui risultiamo vulnerabili, è il breve attimo in cui una delle nostre gambe si stacca dal suolo per andare a precedere l’altra in una sequenza a noi ben nota, automatica. Talmente automatica che non ci rendiamo quasi conto di portare tutto il nostro peso su una gamba sola; è questione di un secondo eppure in quel momento non possediamo equilibrio. Siamo inevitabilmente esposti e non possiamo porvi rimedio. Smettere di camminare, di muoversi, sarebbe fuori discussione. Allora come fare?
È così che inizia il romanzo vincitore della terza edizione del concorso letterario "Scintille di Minerva", indetto dalla casa editrice Minerva Edizioni. Il testo, uscito nel 2019, è intitolato Milk e oggi la sua giovanissima autrice, Chiara Rovere, ci racconta di più sul suo primo romanzo.
- Come ti senti dopo aver ottenuto un premio letterario?
A 19 anni è difficile vedere il proprio libro pubblicato ed è ancora più difficile farlo conoscere. Insomma, chi vorrebbe acquistare il romanzo di una ragazzina? Cosa potrebbe avere da dire? Adesso che ho ottenuto questo premio, sebbene Milk non sia stato scritto per questo scopo, mi rendo conto che il mio romanzo ha tanto da trasmettere.
- Di cosa parla Milk?
Milk parla di un’amicizia particolare, di una malattia pressoché sconosciuta ai più (non per questo meno importante), di una famiglia un po’ malausseniana, di un vinile che scandisce il ritmo dell’intera narrazione e di come l’incontro con una ragazzina che cammina scalza sul bordo di una fontana sconvolga la vita di Celeste. Celeste, che non ha fatto altro che camminare instancabilmente, imparerà a fermarsi e a godersi gli attimi fuggenti, e successivamente a correre.
- A chi è destinato questo libro?
Il libro è adatto a qualsiasi età. Ha dei messaggi precisi che vengono trasmessi con la delicatezza tipica di una visione del mondo di due quattordicenni, perché quando l’ho scritto non ero così distante da quell’età.
- Cosa intendi?
Quando ho iniziato a scriverlo avevo 16 anni. A 17 ho vinto il premio, a 19 l’ho visto pubblicato e ora, alla soglia dei 20 anni, sono convinta che scrivere sarà ciò che farò nella mia vita. Auguro a chiunque abbia voglia di leggerlo (non è affatto lungo!) di affezionarsi ai personaggi e di voler loro bene almeno un pizzico di quanto gliene voglio io.
Milk
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