Il tuo anno perfetto inizia da qui di Charlotte Lucas

Con l’avvicinarsi della fine del 2017, quanti di noi saranno tentati di fare un bilancio dell’anno appena trascorso e qualche buon proposito per il futuro?
Capiterà a molti, ma non è certo capitato a Jonathan N. Grief presidente della Griefson & Books di Amburgo, uno dei protagonisti del romanzo “Il tuo anno perfetto inizia da qui” di Charlotte Lucas – pseudonimo di Wiebke Lorenz che, nata e cresciuta a Düsseldorf, vive ad Amburgo e insieme alla sorella scrive, con un altro pseudonimo, Anne Hertz, thriller psicologici molto apprezzati da critici e pubblico.
Il nuovo romanzo appartiene a un genere completamente diverso: potremmo, per semplificare, definirlo una storia d’amore verso la vita e tutte le gioie, piccole o grandi che siano, che ci riserva ogni giorno, se solo fossimo capaci di apprezzarle, senza lasciarci condizionare dal passato o da una cronica mancanza di fiducia nel futuro e nella possibilità di cambiamento.

Jonathan, come scopriamo presto, è un metodico perfezionista, insoddisfatto (anche se è convinto del contrario) e arrabbiato:

“Come ogni mattina, alle 6,30 in punto si era messo le scarpe da jogging, era salito sulla mountain bike nonostante la temperatura sotto zero ed era partito per il suo giro di corsa quotidiano intorno all’Außenalster, il lago artificiale al centro di Amburgo”.

E, come ogni anno, il primo di gennaio, non si arrabbia solo per i resti dei petardi, razzi e mortaretti cinesi, che insieme alla poltiglia di neve grigia formano un miscuglio orribile e scivoloso su tutti i marciapiedi e sulle piste ciclabili e da jogging; né si arrabbia solo per le bottiglie di spumante e di birra, rotte e annerite che nessuno si è preso la briga di buttare nel cassonetto del vetro; e non si arrabbia nemmeno solo per l’aria resa densa e caliginosa dai fuochi d’artificio, o per i mucchi di cacca di cane non rimossi dai relativi padroni...
È indignato soprattutto perché la sua ex moglie Tina, non ha rinunciato al piacere di lasciargli davanti alla porta di casa uno spazzacamino di cioccolato e un biglietto in cui gli augura

“Nuovo anno felice e fortunato!”.

Il rancore che nutre verso la donna che lo ha lasciato per il suo migliore amico, rinunciando così a mete turistiche esotiche, abiti firmati, gioielli e a una villa in cui cambiare arredamento a intervalli regolari, non è stato superato nemmeno dopo le venti ore trascorse in compagnia di un life-coach, che gli aveva assicurato di poter estirpare il male alla radici con sole due o tre sedute.
L’unico conforto consiste forse nella forma fisica che insegue metodicamente e caparbiamente:

“Per avere quarantadue anni, era decisamente in buona forma e dal punto di vista della prestanza fisica poteva tranquillamente competere con qualsiasi venticinquenne. Con ottanta chili di peso per quasi un metro e novanta di statura, era più snello della maggior parte degli uomini della sua età”.

Ripetere ogni giorno una serie di gesti rassicuranti costituisce una sorta di corazza contro gli imprevisti e l’eventuale sofferenza che questi potrebbero causare.
È facile allora immaginare il suo stupore quando, al ritorno dal giro di corsa, trova una borsa nera appesa al manubrio della bicicletta con un libro dentro, spesso e rilegato in pregiata pelle blu scuro, con cuciture bianche a vista: un’agenda, un oggetto che, nell’era degli iPhone, solo poche persone usano ancora.
Il ritrovamento, di per sé insolito, è reso ancora più curioso dal fatto che, non solo sulla prima pagina è stato scritto “Il tuo anno perfetto”, senza alcun nome o indirizzo, ma anche perché tutti gli altri fogli sono stati riempiti con suggerimenti, massime, programmi e persino appuntamenti che invitano a compiere azioni insolite, strane o, per qualcuno come Jonathan, semplicemente inimmaginabili.
La richiesta di informazioni fatta all’unica persona presente nei paraggi – un ragazzo in jeans, scarpe da ginnastica e una T-shirt a righe che osserva muto la superficie dell’acqua e si rammarica del fatto che non ci siano più i cigni – non sortisce alcun effetto.
Tuttavia, la correttezza – punto fermo nella sua vita – impone a Jonathan di fare di tutto per trovare il legittimo proprietario.
Scartata la possibilità di portare l’agenda all’ufficio oggetti smarriti, la mancanza di qualsiasi indizio utile spinge l’uomo a recarsi al primo appuntamento fissato per il 2 gennaio, ad affrontare cioè la prima di una serie di vere e proprie “avventure”: una seduta presso l’affascinante Sarasvati, una consulente esistenziale che, come si scoprirà presto, legge le carte per mostrare ai propri clienti le possibilità che il futuro può offrire.
A questo punto, però, il lettore ha già fatto la conoscenza dell’altra protagonista del romanzo, Hannah Marx, che dal punto di vista caratteriale è l’esatto opposto di Jonathan: ottimista, solare, piena di energia ed entusiasmo.

Infatti, con un espediente narrativo, Charlotte Lucas ci riporta a due mesi prima, a domenica 29 ottobre, quando la ragazza si sveglia con una sensazione di innamoramento, di calore e di sicurezza affettiva, di felicità infinita, di follia. Si tratta di un giorno importante per lei, il giorno dell’inaugurazione della “Banda dei Monelli”, un centro per il tempo libero dei bambini che, da un progetto vago e incerto, aveva saputo realizzare insieme alla collega e amica Lisa.
La decisione di lasciare un posto di lavoro sicuro come educatrici in una scuola materna era stato per Simon, il fidanzato tendenzialmente pessimista di Hannah, una vera pazzia, ma l’idea si rivela ben presto vincente. Peccato che Simon abbia perso il lavoro da giornalista e fatichi a superare questo periodo nero.

Pagina dopo pagina, nei capitoli che alternano i due diversi punti di vista, le vite dei protagonisti si manifestano, si incrociano, si sfiorano, si condizionano in modo inconsapevole, senza mai incontrarsi.

Scopriremo che Jonathan deve affrontare una serie di questioni irrisolte: perché è stato abbandonato dalla madre, che non si è fatta più viva da quando, ancora adolescente, le aveva spedito una cartolina dai toni minacciosi? Come riesce, il padre, nella costosa casa di riposo in cui è ricoverato per demenza senile, a controllare ancora il figlio e a farlo sentire inadeguato? Come ha potuto non accorgersi che la casa editrice che ha “ereditato” è piombata in una crisi profonda? Perché è stato lasciato dalla moglie, che alla sicurezza economica e ad una vita di agi ha preferito un’esistenza anonima?
Il destino, però, colpisce duramente e inaspettatamente anche Hannah, mettendo a dura prova il suo ottimismo, le sue convinzioni più profonde e la sua voglia di vivere. Tuttavia, è proprio la coincidenza di aver voluto organizzare “l’Anno perfetto” di Simon a portare un sostanziale cambiamento nella vita di Jonathan e, di conseguenza, in quella di Hannah.

In una città, Amburgo, che Charlotte Lucas conosce e descrive in modo dettagliato, i protagonisti si muovono e agiscono circondati da numerosi personaggi, le cui personalità arricchiscono e vivacizzano la trama: dalla comprensiva amica Lisa, al simpatico “barbone” Leopold, dalla vicina di casa Hertha Fahrenkrog, che vive con la barboncina Daphne, al dimissionario direttore della casa editrice...
Né mancano, in “Il tuo anno perfetto inizia da qui”, tematiche che caratterizzano, in modo positivo e negativo, la vita di ciascuno di noi: la speranza nel futuro e nelle sue infinite possibilità, la voglia di cambiamento, il conforto dell’amicizia e dell’amore, la prova della malattia, il dolore della perdita e la sua elaborazione. Trattati in modo non superficiale, spesso divertente e mai angoscioso, questi temi sollevano questioni filosofiche, etiche e morali, sulle quali sarà possibile riflettere anche in un’ottica del tutto personale.

L’anno nuovo si avvicina: sul mercato ci sono agende che suggeriscono, ogni giorno, una breve frase per iniziare la giornata con positività e un sorriso, lasciando molto spazio a nostra disposizione per scrivere idee, impegni, programmi e appuntamenti…
Manca però un’agenda come quella organizzata da Hannah: in attesa che venga pubblicata, sta a ciascuno di noi impegnarsi al massimo perché, con una buona dose di ottimismo, il 2018 sia il “nostro anno perfetto”.