La mia vita di Fabio Volo

"La mia vita" è un racconto in cui la voce narrante è una donna che sembra essere vicina al modello delle donne di una volta, di quelle che avevano quale massima aspirazione quella di accontentare il proprio uomo. Il modello di perfezione è il proprio padre, ma poi l’attenzione si sposta su un ipotetico principe azzurro che, quando si materializza, rappresenta l’universo attorno al quale ruota il mondo della donna. Si tratta di un mondo che, però, le è estraneo, rispetto al quale si sente inadatta, ma che accetta supinamente.

“Io non mi sono mai sentita alla sua altezza (…) le prime uscite insieme, i primi ricevimenti, le prime serate, le cene a casa dei suoi amici. In vacanza, la domenica e in tutte le occasioni. Sembravo tranquilla, in realtà mi sentivo inadeguata. La mia famiglia era semplice. (…) Col tempo ho imparato sempre più. Non a sentirmi all’altezza, ma a fingermi una di loro. Ero abbagliata da mio marito e dal suo mondo, per lui ho trascurato le mie amicizie. Le ho abbandonate ed è stato uno dei miei tanti errori”.

Una donna che si sposa molto giovane, inesperta, che aspetta il principe azzurro che la porti via, che è sessualmente impreparata, che ha un ruolo passivo e subalterno e che fa quello che avrebbe fatto in una coppia una donna degli anni cinquanta: rappresentato la moglie da esibire, ma da completare, per soddisfare i propri appetiti sessuali e le proprie fantasie, con altre donne. Una storia d’altri tempi! E, nel giro delle conoscenze di quel mondo frequentato dalla coppia, l’io narrante della storia si trova in compagnia di altre donne che accettano di fare le mogli solo per convenzione sociale, per poter usufruire dei vantaggi sociali ed economici che quel ruolo conferisce loro, finendo per smaltire la propria inadeguatezza, la propria insoddisfazione, nel curare ossessivamente il proprio corpo che diventa un prodotto artefatto, per via di plastiche e pratiche ginniche esasperate. Queste donne sono molto presenti nella società di oggi e sono pronte ad accettare ogni compromesso pur di mantenere privilegi e condizioni economiche di vantaggio. L’io narrante le biasima: lei sceglie un’altra vita e chiede insistentemente la separazione e lo fa sfidando le convenzioni sociali, la propria madre, la famiglia del marito e, soprattutto, il marito, che è una figura senza tempo, un uomo con importante ruolo nel suo ambiente di vita, professionista affermato che deve mostrare una tranquillità familiare, una forma “perfetta” della sua vita privata ed è, invece, falso e traditore.