Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l’impero infinito
- Autore: Aldo Cazzullo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: HarperCollins
- Anno di pubblicazione: 2023
Roma: l’Impero infinito è il sottotitolo di Quando eravamo i padroni del mondo (HarperCollins 2023), il nuovo saggio di Aldo Cazzullo, nato ad Alba nel 1966, che da trentacinque anni racconta i principali eventi italiani e internazionali, prima su La Stampa poi sul Corriere della Sera, di cui ora è vicedirettore e responsabile della pagina delle Lettere, dedicato alla storia dell’Impero romano.
“C’era un sogno, che era Roma: sarà realizzato”.
La frase di Massimo Decimo Meridio/Russell Crowe, pronunciata nel film cult Il Gladiatore (2000), regia di Ridley Scott, conduce per mano il lettore attraverso le pagine di un saggio che coinvolge e cattura fin da subito.
Aldo Cazzullo mostra ciò che è evidente da sempre, ma che i nostri occhi distratti e le nostre menti rivolte verso cose effimere non hanno ancora visto e ben compreso. L’impero romano non è mai caduto davvero, né mai cadrà. Ha continuato a vivere nelle menti, nelle parole, nei simboli degli imperi venuti dopo.
Ogni impero della storia si è creduto e si è presentato come l’erede dei romani. Bisanzio. Mosca: la “Terza Roma”. Il Sacro Romano Impero di Carlo Magno. L’impero austroungarico e quello tedesco, che del Sacro Romano Impero si proclamarono continuatori. L’impero britannico. L’impero americano, proprio come quello romano, si è costruito stringendo alleanze e patti diversi con diversi popoli, e considerando l’influenza militare e culturale più importante dell’occupazione dei territori.
Incredibile ma vero, oggi anche gli imperatori digitali guardano agli imperatori romani, i primi che si trovarono a governare immense comunità di persone che non si sarebbero mai incontrate fisicamente, parlavano lingue diverse, pregavano diverse divinità, ma nascevano, vivevano e morivano sotto lo stesso Cesare.
Pensiamo mai che in tutto l’Occidente, la lingua della politica e del potere è la stessa che si parlava a Roma due millenni fa? Imperatore e popolo sono parole latine. Come dominio e libertà. Dittatore e cittadino. Legge e ordine. Anche la lingua della religione nasce nella città eterna. Fede, religione, pontefice sono parole latine. Molte città italiane hanno nomi romani, perché dai romani furono fondate. Aosta evoca Augusto, Torino la tribù dei taurini, Mediolanum è la città che sta in mezzo, Cividale del Friuli il Foro di Giulio Cesare, Firenze la città del fiore, per citare alcuni esempi.
Adesso pensiamo alla strategia militare, all’arte di dividere e comandare. All’arte di includere gli stranieri, di accogliere gli immigrati, di creare nuovi cittadini. Tutte tematiche scottanti, attualissime. La capacità di rispettare usanze e divinità locali, ma anche di mettere in comune un’idea di giustizia e di civiltà, sia pure a costo di tanta sofferenza, di crudeltà, di quel sangue di cui sono lastricate le vie della storia. Molto di quel sangue è stato versato dai primi cristiani, testimoni di una fede professata in silenzio.
Gli imperatori romani sono pensati come crudeli persecutori dei seguaci, Nerone e Diocleziano. Ma se oggi il cristianesimo è la religione dell’Occidente, se il Papa è a Roma, lo dobbiamo all’impero. Lo dobbiamo a Costantino e a sua madre Elena, che portò a Roma la vera croce, il legno cui secondo la tradizione Gesù era stato inchiodato. Lo dobbiamo a quella straordinaria scelta politica, di rendere cristiano l’impero di Roma.
La bravura di Cazzullo è stata quella di aver sapientemente condensato una vicenda immensa, durata dodici secoli, dalla leggendaria fondazione di Roma a quella che viene definita la caduta dell’impero, in un saggio la cui lettura è consigliata vivamente anche e soprattutto nelle aule scolastiche. I futuri lettori del presente testo vengono esortati a visitare le antiche vestigia della Città Eterna, con il libro nella tasca come Baedeker, perché per capire come Roma faccia ancora parte delle nostre vite e delle nostre anime, dobbiamo partire dall’origine.
Se è vero che tutto, come sempre, comincia da un grande viaggio, la nostra lettura inizia da una città in fiamme, sulla costa occidentale di quella che oggi chiamiamo Turchia. Da un eroe in fuga con il padre e con il figlio, alla ricerca di una nuova patria, sull’altra sponda del mare.
E da un poeta, Virgilio, che molti secoli dopo ha inventato quella storia, e scrivendola l’ha resa vera.
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