12 dicembre
- Autore: Pier Paolo Pasolini
- Genere: Politica ed economia
- Anno di pubblicazione: 2011
Un film e un libro
Dedicato alle anime belle, ai benpensanti a ogni costo, agli smemorati in buona e mala fede, agli ignavi, ai diffidenti. A chi ancora non crede che in Italia, a partire dal ’69 di Piazza Fontana per almeno un decennio, si è combattuta di fatto una guerra civile, i cui effetti più vistosi sono rintracciabili nel disegno di “riscatto” eversivo rosso e (in parte) nero. Questi fideistici assertori della capanna democratica dovrebbero rivedere il docu-film di Pier Paolo Pasolini sul “12 dicembre”, che l’impegnata NdA Press edita in cofanetto insieme alla sentenza sul “caso” Pinelli commentata da Adriano Sofri. Sarebbe per loro (ma per tutti) una visione illuminante.
"12 dicembre" si apre con la strage di Milano alla Banca dell’Agricoltura per poi muoversi verso gli scenari della disuguaglianza (da Nord a Sud), le discrepanze sociali di una Nazione spaccata in due, spesso anche sul fronte delle lotte operaiste. All’inizio degli anni Settanta, il Partito Comunista Italiano ha già inevaso le promesse rivoluzionarie, malgrado la storia sia rimasta soprattutto storia di lotta di classe, una reiterata questione tra detentori dei mezzi di produzione e popolo degli sfruttati. In un impeccabile bianco e nero da cinema verista, il quarto stato pasoliniano sfila davanti la macchina da presa e si racconta senza artefazioni: nella miseria, nella fatica, nella rabbia, lo scoramento quotidiani. Com’è tipico dei film di Pasolini più che le parole (imperfette, rotte, sgrammaticate, smozzicate) possono le facce, le strade, le geografie del racconto, i quadri di un affresco collettivo che rivela - a partire dall’ignobile omicidio in questura dell’anarchico Pinelli - il passato prossimo di un’Italia anni atterrita e disillusa, su cui gravano le ombre congiunte delle connivenze tra poteri forti e della strategia della tensione. Altro che il migliore dei mondi possibili tirato in ballo strumentalmente da qualcuno. Il saggio “Il malore attivo dell’anarchico Pinelli” di Sofri, rafforza il senso di inquietudine e quello ultimo del discorso. Si legge, tra le altre cose:
"Sono uniti qui due documenti diversissimi, come un film e una sentenza giudiziaria, ma legati fra loro. Il 12 dicembre, che dà il titolo al film nato dalla collaborazione fra Pierpaolo Pasolini e Lotta Continua tra il 1970 e il 1972, é la data della strage di Piazza Fontana del 1969. Il film restituisce bruscamente il bianco e il nero di un tempo che sembra ora lontanissimo, come ciò che è finito, ha perduto, si è messo da parte: ed è stato rimosso. La sentenza è quella che, nel 1975, segnò la chiusura dell’indagine sul ferroviere anarchico Pino Pinelli, fermato e trattenuto illegalmente nella questura milanese all’indomani di quella strage, con la quale non aveva niente a che fare: e dal quarto piano di quella questura precipitato mortalmente".
Per comprendere le radici del pantano politico-sociale di una nazione, libri - e film - come questi sono ciò di cui i lettori allo stato di veglia hanno bisogno. E per i curiosi, i reduci, i nostalgici dell’epoca, il cofanetto comprende anche 50 minuti extra di filmati inediti di cinema militante anni Settanta, con una selezione di canzoni del proletariato di Lotta Continua. Da regalare a se stessi o ad amici e parenti più engagé (se ancora ne esistono).
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