Acqua chiusa
- Autore: Dario Voltolini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Dario Voltolini, che è arrivato con il suo Invernale nella sestina del premio Strega 2024, si concede una distopica novella, un racconto lungo di grande impatto emotivo ma anche di desolazione. Lo scrittore, nato a Torino, ha la capacità di dirci cose brutte ma narrate con consolazione. Questo racconto è Acqua chiusa (Oligo editore, 2024, prefazione di Alice Pisu, illustrazioni dell’autore).
L’autore ritorna nella Torino della sua infanzia, in uno stabile non molto lontano dalla fabbrica della Michelin, dove predominante è la tristezza di un’azienda sventrata. Nelle case vicine c’era anche quella del padre. La scrittura di Voltolini sa essere elegante, non un termine propriamente filosofico ma pietrosa e soffice. Resta intatto quel bambino del 1969 che è diventato adolescente ma che forse non ha scordato degli anni Settanta la violenza, un morto al giorno, e da Torino a Roma con la morte del presidente del consiglio Aldo Moro.
A un certo punto Voltolini parla dei tumori, frequenti a causa delle aziende che buttavano liquami neri nel fiume, ma l’autore si limita allo scrivere altro, perché sta scrivendo una novella che può finire di terminare e passare poi a scrivere un nuovo romanzo. Unico appunto: per alcuni potrebbe essere un problema capire che non c’è una storia con personaggi da romanzo.
Dario Voltolini, anche se questa non è veramente una dichiarazione sua ma più di chi scrive, sembra molto lontano in questo bailamme tra autobiografia, ricordi, romanzo breve, perché tutto è finzione e perché le parole in sé narrano di un evento, di un panorama che anche se è capitato mentre scriviamo, quando portato su carta è già un’altra cosa. Le illustrazioni dell’autore sono semplici e rigorose e fanno capire che la Terra potrebbe essere un posto migliore per viverci, anche se gli uomini e le donne lo stanno distruggendo.
Ma è evidente che quello che scrivo in più potrebbe sorprendere l’autore e allora preferisco farvi "assaggiare" la sua, di voce, che narra gli sforzi fisici per mantenere la famiglia, con un ritratto di un padre, il suo, che assomiglia a molti padri del secolo scorso:
Solo in seguito, nel minuscolo ingresso, si leva il cappello e la giacca. Un treno passa e rumoreggia. La giacca gli sta un po’ larga, come i pantaloni. Trascorrono gli anni e costantemente dimagrisce.
Ma c’è un modo per ripararsi dall’ odore e la puzza si sente: dimenticare come era Torino in quegli anni. Ma uno scrittore generoso come Voltolini trasforma, nel racconto, la fatica di essere stati in questo posto, che ormai è scomparso.
Acqua chiusa
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