Pacific palisades
- Autore: Dario Voltolini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2017
Dario Voltolini ha la bravura di scrivere in modo che si capisca cosa vuole dire, con una capacità di composizione chiara attraversata da sottotrame che, come fili elettrici, non fanno però "corto circuito". Con la prosa in versi di Pacific palisades (Einaudi editore, 2017), c’è proprio questa "palizzata pacifica" tra noi e gli altri, perché in tempi di social, pandemie e piogge assassine anche la comunicazione vera si blocca, diventa "automatica", un linguaggio tra corpi umani già trasformati in robot parlanti.
C’è una sorta di rassegnata "serenità" che potrebbe essere voglia di assoluto. Se diamo vero ascolto agli altri e li lasciamo parlare, ci accorgiamo che non importa se sono reali o immagini di una passata sedimentazione nel cuore; viviamo di ricordi che danno spessore alle nostre esistenze, ma gocce di gioia anche nel "presente", a patto di lasciar andare ambizioni spropositate, talenti mai avuti e di restare vivi come “carte di credito in scadenza”.
Questo racconto in versi racchiude un mistero irrisolto, la presenza di Dio nella nostra quotidianità e nel rapporto con gli altri.
Dario Voltolini è stato nella sestina dell’ultimo premio Strega 2024 con Invernale, per i tipi de La nave di Teseo, pubblicato a febbraio 2024. Eppure è un romanzo di cui si parla ancora, la storia di un macellaio che si taglia inavvertitamente un dito e il sangue dell’animale ucciso si lega a quello umano. Anche nel suo bellissimo Pacific palisades c’è una crasi tra padre e figlio.
Voltolini scrive sempre col desiderio di una reale comunicazione, con l’abilità di chi può sondare l’intimità tra padre e figlio anche se non un atto esterno, un vulnus riparatore. In Pacific palisades (che è stato pubblicato subito prima di Invernale) c’è come una tregua, ma i lettori pensavano che lo scrittore poeta chiudesse in una teca tutto il dolore della mancata "incomunicabilità" del testo poetico in versi e invece si stava preparando per scrivere un romanzo.
Mi piacerebbe lasciare solo questo mio cianciare di cose che vanno al di là della mia portata, ma ci sono pezzi narrativi che possono dare l’idea di Pacific palisades e questo breve scritto è tratto dal testo Dentro di noi:
Dentro ciascuno di noi c’è un territorio / non sappiamo quanto sia segreto / ma è simile a un midollo / appare dopo l’uso / dell’osso / in questo spazio nasce continuamente / non sai cosa / e non ha un centro forse / forse è il centro
Chi scrive ha un aggettivo continuo, che usa troppo spesso, ossia "centrato": ad esempio romanzo centrato, poesia centrata. Il centro è forse una metafora di Dio?
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