Invernale
- Autore: Dario Voltolini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2024
Nel suo breve intensissimo romanzo, tra i 12 scelti come candidati del premio Strega 2024, Dario Voltolini con Invernale ( La nave di Teseo, 2024), ci consegna un testo letterariamente alto, fatto di un impasto linguistico che alterna termini di una profonda materialità, con altri liricamente lievi.
È il racconto di un giovane uomo, lo studente Dario, che assiste agli ultimi mesi di vita del padre, un macellaio con un importante banco di vendita in un mercato torinese.
Nella prima parte del romanzo siamo posti di fronte alla forza, all’energia di un cinquantenne che lavora con le bestie macellate, che taglia, squarcia, spolpa, decapita, scortica, smembra armato di mannaie, coltelli affilati con i quali affronta il suo quotidiano lavoro di smercio di coratelle, rognoni, bistecche, fettine, cosci, costolette, avanti e indietro dal frigorifero al banco di vendita, scintillante, pulito, mentre i ganci di metallo che sorreggono i quarti di bestia ondeggiano.
Un giorno una coltellata deviata produce una lesione grave al pollice, che in un attrezzato pronto soccorso viene miracolosamente salvato, anche se produrrà dolore e una lunga infezione. E’ Gino, il padre del narratore, che dopo l’incidente riprende troppo presto il lavoro al mercato, come se nulla fosse accaduto.
Eppure nel gesto si è infilato un nuovo aspetto. L’atto della macellazione ha ora in sé qualcosa che non si può vedere ma c’è: un incremento della sacralità e del rispetto che c’erano sempre stati.
Il tempo passa tra una Nazionale senza filtro, che fuma con ingordigia, la passione per il calcio, Gigi Riva e la sua rovesciata un mito su cui sognare, Bettega e Paolo Rossi, Pelè, Cabrini, una vacanza al mare, l’incontro con un gruppo di Rom festosi che lo chiamano Zino, a cui regala gli scarti della carne che nessuno vuole, il lavoro al mercato malgrado il sopravvenire di una grande spossatezza, finalmente l’appuntamento con un Luminare, l’attesa, l’ansia, la diagnosi: Linfosarcoma prolinfocitario.
Il consiglio di amici è quello di rivolgersi all’Istituto Gustave Roussy di Villejuif, poco fuori Parigi. Comincia un difficile andare e tornare dalla capitale francese, con lunghi ricoveri, molta speranza, tante illusioni.
La vita che non sa fare altro, procede. Ciò che avviene intimamente in lui, inteso come soma, comincia a manifestarsi all’esterno. Un modo più circospetto di camminare, una cautela nel gesto, un’attenzione a cose che altri non vedono.
La leggerezza e la profonda sensibilità dello sguardo con cui il figlio segue il procedere della malattia del padre accompagnano le dolorose e asciutte pagine che portano alla fine della vita e della storia. Lo scorrere del tempo si rarefà, le ore diventano lunghi interminabili minuti, la speranza si affievolisce.
Il racconto si serve di termini guerreschi, bombe, detonatori, trincee, linee difensive; e poi sangue, ferite, virus, batteri, funghi, come a voler mettere insieme carne e spirito, materia e mente.
“Una guerra che si combatte dentro di lui”.
Romanzo coinvolgente, soprattutto nel suo epilogo, atteso, ma ugualmente pieno di pathos umano, di struggente commozione.
Ci sono ancora e quello che mi sembra l’atto più simile alla preghiera posso permettermelo solo rivolgendomi a lui, a nessun dio fasullo di quelli che conosciamo e nemmeno al dio di pura luce raccontato dalla gnosi e che non conosciamo.
Ecco che Voltolini mostra la capacità di usare una lingua che passa con agilità dal massimo di carnalità al diapason di spiritualità.
Invernale
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