Armance
- Autore: Stendhal
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
“L’amore più felice ha le sue tempeste, si può dire perfino che viva dei suoi terrori così come delle sue gioie.”
Armance è il primo romanzo scritto da Stendhal e fu anche il suo primo insuccesso come scrittore. Dopo aver tentato di diventare giornalista, autore teatrale e critico artistico, pubblicò questo libro che, ad onor del vero, avrebbe dovuto intitolarsi Octave. Non ebbe successo e la mancanza di apprezzamento da parte del pubblico non lo scosse, anzi sembrò essergli di sprono nel proseguire nel suo intento di diventare scrittore.
Pubblicato nel 1827 e ambientato nella Parigi dell’alta società, nel periodo della Restaurazione, i protagonisti del romanzo sono due giovani, Octave de Malivert e sua cugina Armance de Zohiloff. Octave, fra i giovanotti più in vista dell’epoca, di notevole intelligenza, statura alta, nobili modi, aveva qualcosa di cupo nei suoi occhi dolci. Più di un interesse era causa dei suoi affollati pensieri: era attratto dalla carriera militare ma anche dal sacerdozio; infine voleva andare in Grecia, sulle orme di Byron, a combattere i turchi. La sua vita sembrava essere un dramma, costretto com’era a preservare le sue nobili origini. Giovane e inquieto, appena ventenne, appariva agli occhi di tutti come un misantropo, ma Octave sapeva bene cosa era la ragione della sua profonda malinconia. La sua famiglia, preoccupata per i suoi comportamenti, decise che bisognava invogliarlo a frequentare di più i salotti. Facendolo partecipare a tutte le feste, ciò lo avrebbe incoraggiato a vivere e probabilmente anche ad abbandonare i suoi principi e la sua fedeltà ai giacobini. Ad una di queste feste Octave conobbe Armance de Zohiloff e ne rimase profondamente colpito. Di animo nobile Armance, figlia di un colonnello russo ucciso in battaglia, qualche anno prima aveva perso anche la madre. Rimasta sola era stata richiamata dai parenti in Francia. A diciotto anni aveva già provato così tanto dolore.
“Forse è per questo che i piccoli avvenimenti della vita sembravano scivolare sul suo animo senza riuscire ad emozionarla. Talvolta non era impossibile leggere nei suoi occhi che poteva turbarsi profondamente, ma si vedeva che nulla di volgare avrebbe potuto sfiorarla.”
Armance era una fanciulla che non faceva moine e possedeva una perfetta serenità che unita alla sua intelligenza le valeva una considerazione superiore all’età. Octave ne desiderava la stima e l’amore. Sempre più presente in società, comparve a tutti i balli e nei suoi occhi si leggeva una felicità che pareva avergli fatto abbandonare la tristezza della sua solitudine. Per Octave cominciò una nuova vita, il mondo gli sembrava meno odioso, amava profondamente quella giovane ragazza e voleva averla. Ma i suoi conflitti interiori lo porteranno ben presto di nuovo nell’oscurità del suo animo. Di nuovo imprigionato fra alti e bassi, con la disperazione della giovane Armance, Octave riesce a stento a dissimulare il suo umore nero e la sua incapacità d’amare. I sintomi a quel punto sembrano essere funesti e decide di fuggire dalla sua amata, imbarcandosi su di una nave diretta in Grecia.
Armance è un libro senza età, è una gioia leggere un classico, scrisse Calvino, ma rileggerlo lo è ancora di più. Straordinariamente attuale, la metafora utilizzata da Stendhal per descrivere la decadenza politica del suo periodo storico la si potrebbe riadattare al nostro. Stendhal riesce a delineare attraverso la smania di cambiamento desiderato da Octave, le incomprensioni e le ipocrisie dell’epoca, l’incapacità e l’incompetenza di una vecchia classe nobiliare arrivata ormai alla fine.
Armance
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