Attìa e la guerra dei gobbi
- Autore: Isidoro Meli
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Frassinelli
- Anno di pubblicazione: 2018
Dopo il felice esordio con La Mafia mi rende nervoso”, Isidoro Meli ha scritto un nuovo romanzo sorprendente e divertente caratterizzato dall’aspetto picaresco che narra come da sottotitolo di copertina le: “imprese et mirabilie di un uomo siciliano in difesa della sua terra invasa dai barbari ”.
La vicenda prende le mosse il primo maggio del 1860 quando una compagnia formata da quattro uomini che la sorte ha messo insieme, ricevono l’incarico di recarsi a Caprera per rapire Anita, la donna di Garibaldi. Il motivo del rapimento è quello di ricattare l’eroe dei due mondi al fine di impedirgli di compiere l’impresa dei Mille. L’ideatore del viaggio è il Generale Francesco Landi, uno dei massimi rappresentanti del potere borbonico in Sicilia, responsabile di uno dei più grandi atti di corruzione o di inettitudine della storia siciliana riuscendo a perdere la battaglia di Calatafimi contro i “Mille” seppure con diecimila uomini.
I personaggi in campo che compongono la storia, sono in primis Attìa di cui al titolo del libro, Attìa e la guerra dei gobbi, un uomo senza Dio e senza passato, in qualche modo siciliano per eccellenza. Si tratta di un romanzo che più che raccontare la realtà, la crea. Si narra del Risorgimento in modo diverso sulla base di questi quattro eroi, mettendo in crisi i presupposti dell’Unità, i caratteri dei Siciliani, quelli dei Piemontesi e rivelando quello dei Sardi che sono un corpo unico con la natura che li ospita. Del Risorgimento si è trattato nel tempo a vario titolo, elogiativo o con tono contro informativo, ma non si è mai sentito ed avvertito il senso profondo, i colori, i pensieri delle persone. Sono state espresse falsità ed un etica inappropriata al contesto e di conseguenza visibilmente contraffatta.
Si è voluto raccontare una storia con i toni del grottesco, utilizzando l’ironia per cercare di aggirare determinati ostacoli e barriere nella comprensione delle cose, ma sono prevalenti i toni del romanzo di ventura, sulla scia della rivalutazione di Salgari o richiamando il Natoli dei Beati Paoli, la narrativa d’appendice, l’Opera dei Pupi. Non vi è alcun tipo di retorica di tipo patriottico inneggiante all’Unità d’ Italia né alcun compiacimento filo borbonico.
È un libro divertente in molti passaggi, pieno di soluzioni brillanti con un uso fresco della scrittura. Linguisticamente è un inno alla vivacità ed alla fantasia con un pastiche che mette insieme almeno tre diversi idiomi. Il narrato è sostenuto da un senso etico, di giustizia umana innata ed anche un ideale di società che potrebbe accostarsi alle parti sane del comunismo, del marxismo e dell’anarchismo.
Si intravede un intento pedagogico nella narrazione in cui è modello di ispirazione un insieme di elementi presi dalla letteratura di genere avventuroso con un ritmo letterario notevole che sostiene la storia. Vi sono toni profondi e romantici in una storia in cui si vede un Italia che trova veramente la sua unità quando crede veramente nelle sue differenze regionali.
Attìa e la guerra dei gobbi. Imprese et mirabilie di un eroe siciliano in difesa della sua terra invasa dai barbari
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