Bella ciao di Ninetta Pierangeli

“Bella ciao” è un romanzo di formazione di Ninetta Pierangeli che racconta la crescita interiore e spirituale di due giovani ragazzi durante gli anni di piombo. La storia d’amore che li accompagna è solo uno sfondo per qualcosa di molto più importante e intenso.

Alberto, un giovane operaio romano iscritto al PCI vede stravolgere la sua vita dopo l’incontro con la bellissima Monica, una studentessa di lettere piena di fuoco dentro, che lo inizia all’amore e alla passione, sia verso di lei che verso la politica; i baci appassionati scambiati sempre con foga e con la consapevolezza che potrebbero essere gli ultimi, la lotta impegnata e viscerale verso gli ideali. Sono gli anni Settanta, quelli delle imprese delle organizzazioni terroristiche di estrema sinistra, delle brigate rosse, delle canzoni partigiane cantate a squarciagola e suonate nelle auto in corsa lungo le strade. Mentre Alberto vive la sua vita basandosi su valori semplici, la cura dei propri cari, il rispetto verso quella famiglia che lo ha messo al mondo e verso il lavoro che gli permette di vivere dignitosamente, Monica è pronta a sacrificare qualsiasi cosa in nome di una libertà che il suo gruppo militante rivendica ma che poi, alla fine, rischia di incatenarla in quella stessa prigione a cui ha dichiarato guerra. Per lei esistono solo i sentimenti, giusti o distruttivi che siano.

Il senso profondo che nasce dalle tematiche di “Bella ciao” riguarda proprio il confine labile tra giusto e sbagliato, tra illusione e sostanza perché il messaggio che passa, attraverso il libro, è che sia giusto e sacrosanto combattere e difendere ciò in cui si crede ma se si ripone fede in idoli insicuri o dietro ai quali si nascondono ben altri interessi, il risultato è lo stesso: la caduta totale.
Sono temi delicati ma descritti, attraverso le parole dei protagonisti, con un tono schietto e verace che ha lo scopo di farci entrare nei loro pensieri e nei conflitti del loro vissuto: l’animo semplice di Alberto, che passo dopo passo, errore dopo errore, cresce e matura riuscendo a dare un significato ad ogni suo gesto, la complessità e le contraddizioni di Monica, che rimane ferma nelle sue idee col mondo intorno che cambia. In 136 pagine si rimescolano i grandi quesiti della vita che accompagnano ogni generazione: se sia giusto perseverare nelle proprie credenze, anche se si rivelano lesive per gli altri, se sia bene combattere per ciò in cui si crede ad ogni costo e contro ogni morale. Temi che bruciano sulla carta, perché il tempo passa, le persone crescono, invecchiano ma alcune ricerche non passano mai perché servono a noi, in quanto esseri umani ed entità sociali, per crescere.

Così, mentre quella di Monica sembra essere una parabola discendente, Alberto fa il percorso opposto verso un’epilogo che consiglierei a chiunque di leggere. Il finale di “Bella ciao”, infatti, sprigiona una forza e una carica lirica portentosa; è commovente, emozionante, splendente. Impossibile voltare le ultime pagine senza una piccola lacrima di commozione. Assolutamente impossibile terminarlo senza portarsi dentro mille spunti di riflessione, perché ognuno di noi, nella propria esistenza e almeno una volta, è stato Alberto o Monica.