Canada
- Autore: Richard Ford
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2013
“Comunque, dare ai genitori la colpa delle difficoltà della propria vita alla fine non porta da nessuna parte.”
La citazione iniziale da sola basterebbe a recensire questo ennesimo superbo romanzo di Richard Ford. Per la prima volta sono alle prese con un libro che si recensisce da solo, una sensazione disarmante. C’è molto altro in “Canada”, ultimo lavoro di Richard Ford (Feltrinelli, 2013), tanto altro da dover riorganizzare le idee e ricominciare daccapo.
“La solitudine, ho letto, è come fare una lunga coda in attesa di arrivare allo sportello dove hanno promesso che succederà qualcosa di buono. Solo che la coda non si muove mai, e gli altri ti passano davanti, e lo sportello, il posto dove vuoi arrivare, è sempre più lontano, finché perdi la speranza che abbia qualcosa da offrirti.”
È il 1960 quando le vite di Dell e Berner Parsons, gemelli quindicenni residenti nel Montana, vengono letteralmente frullate dai loro miti genitori, pilota in pensione lui, maestra lei. I genitori di Dell e Berner decidono, di punto in bianco, di rapinare una banca, lo fanno e vengono arrestati. La voce narrante di Dell adulto ci guida attraverso il 1960 e i mesi che seguirono quell’estate, mettendoci al corrente dei fatti che accaddero prima, durante e dopo la rapina in banca, cercando un bandolo della matassa inesistente. Le vite di Dell e Berner si separano e inizia un processo di crescita forzato e violento che li porterà su strade, regioni interiori e Paesi diversi, alla continua ricerca della propria fetta di serenità.
Attraverso la voce del suo protagonista, l’autore ci racconta di tutto ciò che non possiamo prevedere che accada, della confusione che ne consegue e, soprattutto, della sua accettazione. Richard Ford ci parla di tutto quello che ci accade quando viviamo.
Questo è quello a cui mi riferisco quando affermo che “Canada” è un grande romanzo che si presenta da solo.
“Qualunque cosa possa testimoniare la tua vita, o chiunque tu creda di essere, o di qualunque cosa tu voglia attribuirti il merito, o da qualunque cosa tu tragga la tua forza vitale e il tuo orgoglio, dopo che è successo di tutto può ancora succedere di tutto.”
Canada
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Canada di Richard Ford è la biografia immaginaria di Dell Parsons, giovane quindicenne, che si ritrova la vita sconvolta, dopo l’arresto dei genitori per una rapina in banca. Dell e sua sorella gemella Berner, persi e abbandonati al loro destino, in attesa solo dei servizi sociali, anche loro apparentemente dimentichi della loro esistenza, devono decidere del loro futuro e ritrovarsi forzatamente adulti.
Se Berner, cui Dell è legato da un ambiguo rapporto di emulazione, che sfocia in un unico rapporto incestuoso, decide di andare via per la sua strada, diverso è l’atteggiamento di Dell, che subisce i progetti fatti per lui quasi passivamente.
Un’amica della madre, Mildred, lo porterà in Canada dal fratello di lei, ma non sarà neppure questa la sua tappa finale.
Senza svelare altro, il libro si divide in tre parti, la rapina in banca vista con gli occhi di Dell e le sue conseguenze, la vita di lui in Canada presso l’ambiguo ed enigmatico Arthur Remlinger, fratello di Mildred, e lui in età matura alla scoperta di risposte e di condiscendenti e accettate realtà.
Nonostante la lunghezza del libro, prima pecca che ho notato, di questo romanzo voglio salvare (cosa che mi ha fatto comprendere gli elogi ricevuti) la terza parte, un crepuscolare, doloroso ma consolatorio epilogo di un uomo, il cui pregio risulta essere stata una capacità di accettazione, una "flessibilità" non comune, che lo ha salvato dalla sopravvivenza e che ha permesso di rimettere in carreggiata una vita che, come su un tavolo da gioco, aveva in mano solo carte perdenti.
"Qualunque cosa trovi da fare la tua mano, falla con tutto il vigore, perchè non c’è lavoro, nè capriccio, nè scienza nè sapienza nella tomba dove stai per andare".