Ci hanno nascosto Danilo Dolci
- Autore: Giuseppe Maurizio Piscopo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Un titolo emblematico Ci hanno nascosto Danilo Dolci (Navarra Editore, 2024) che ben significa il contenuto di questo prezioso volume di Giuseppe Maurizio Piscopo, già maestro elementare ma più che un mero e semplice insegnante, avendo vissuto la sua professione con grande passione e impegno.
Quello di Piscopo è stata una vera e propria missione, una ragione di vita, e il rapporto privilegiato con i bambini pare come modellarsi e ispirarsi a quello avuto da Danilo Dolci con il mondo dell’infanzia.
Giuseppe Maurizio Piscopo è valevole scrittore, autore di testi di canzoni, di musiche e di racconti, “fabbricante” di storie, cantate dedicate ai bambini. Formatosi nella scuola di Sciascia, Buttitta e Bufalino, sin da ragazzino ha suonato la fisarmonica apprendendo il “mestiere” da un barbiere, Mastro Agostino di Favara, sua città natale, perfezionando la sua arte nei bistrot di Parigi.
Con la fisarmonica è riuscito a raccontare la sua Sicilia le sue tradizioni più antiche e più vere, partendo proprio dal comune di Favara, in provincia di Agrigento, paese dalle tinte forti, a volte crude ma intense. Vanta un curriculum artistico invidiabile e variegato: è stato tra i fondatori del “Gruppo Popolare Favarese” con Antonio Zarcone che ha fatto conoscere nel mondo le tradizioni popolari della Sicilia attraverso il canto.
Da sempre il suo estro e la sua fantasia sono stati stimolati positivamente dalla letteratura e sono numerosissime le composizioni in cui il rapporto fra musica, poesia e letteratura risulta evidente oltre che di fondamentale importanza.
In particolare la sua attenzione è stata rivolta ad autori come Pirandello, Sciascia, Gori, Buttitta, Bonaviri, Bufalino. Vanta anche una lunga attività di ricerca, canti e musica popolare del Sud d’Italia.
Nella ricorrenza dei cento anni dalla nascita di Danilo Dolci che venne alla luce nel 1924 in quel di Sesano, allora in provincia di Treviso. Giuseppe Maurizio Piscopo ritiene a ragione come poco spazio e risalto si dia oggigiorno alla celebrazione e ancor più al messaggio di questo grande intellettuale il cui destino si è incrociato con le sorti della terra di Sicilia.
A colmare questo scarso e limitato interesse ecco che si è mosso lodevolmente l’autore con questa sua ultima pubblicazione presentata con successo nei giorni scorsi a una Rassegna letteraria a Marsala titolata “Un mare colore di libri”.
Un libro completo che ripercorre il percorso di vita compiuto da Danilo Dolci con una descrizione accurata e precisa di tutte le iniziative poste in essere e una ricca bibliografia di tutte le sue opere come pure diverse altre fonti, documentari e interviste.
Non è possibile, afferma l’autore, che nei libri di scuola elementare non sia oggidì presente la figura di Dolci che fu insieme scrittore e sociologo, una persona che voleva cambiare i destini della Sicilia utilizzando come unica arma il pensiero, la cultura.
Danilo Dolci, compiendo il cammino opposto di quello compiuto dagli emigranti, dal profondo Nord scese al Sud a Partinico nel 1952, dove era stato da bambino al eseguito del padre ferroviere in una terra in cui le fogne erano a cielo aperto con una forte mortalità infantile. E proprio un bambino di nome Benedetto Barretta, che versava in pessime condizioni di salute per denutrizione, fu oggetto delle sue cure, ma non riuscì a evitare che questi morisse. Si immedesimò a tal punto in questa angosciosa e terribile vicenda che prese la decisione che fino a che le cose non fossero mutate lo avrebbe seguito nello stesso triste e infelice destino di morte.
Ma questo è solamente uno dei tanti episodi che lo coinvolsero in quanto egli fu artefice di quello che fu definito uno “sciopero alla rovescia” per l’aver guidato un gruppo di braccianti intenti a lavorare in, una strada nei pressi di Partinico abbandonata all’incuria dalle amministrazioni pubbliche.
E per questo venne arrestato e trascorse 50 giorni al carcere di Palermo dell’Ucciardone. A sua difesa si mosse una moltitudine di intellettuali di valore e assunse la sua difesa l’esimio giurista Piero Calamandrei di cui nel libro si riporta testualmente il testo portato in tribunale.
L’eco di questi fatti suscitò immediato clamore non solo a livello nazionale e prese a diffondersi ancor più quando prese vita la “Radio dei poveri Cristi”, una emittente privata della “Resistenza “che ebbe però soltanto 27 ore di tempo per raccontare al mondo quello che stava accadendo, cioè le vicende legate al terremoto in Sicilia e il fatto che le persone vivevano di stenti all’interno delle baracche.
Ma ancora tra le importanti iniziative e progetti portati a termine da Dolci occorre ricordare “il Borgo di Dio”, il luogo dove ha svolto la sua opera di promozione civile, culturale ed educativa sostenendo convegni, seminari di studio internazionali e interventi per lo sviluppo delle zone più depresse.
Danilo Dolci è indubbiamente una figura di rilievo e si tentò più volte di conferirgli il Premio Nobel, ricevendo altresì un premio dall’URSS e con i soldi ricevuti aprì una scuola, seguendo le indicazioni di un preciso progetto educativo basato sul metodo maieutico.
Rivolgendosi ai ragazzini, ne traeva fuori quello che ognuno è in sé, non dovendo sovrapporsi o imponendo, ma cercando di capire quali sono le ricchezze, le potenzialità che ci sono in ciascuna persona. Una scuola aperta che si collega con Maria Montessori e anche alla figura di Don Milani.
La Chiesa non comprese affatto il senso profondo di questo messaggio, abbarbicata a un viscerale anticomunismo dove il cardinale Ruffini annoverava Dolci tra i grandi mali della Sicilia, alla pari del Gattopardo.
Ma quello di Dolci, definito il “Gandhi italiano”, è un messaggio di pace e di solidarietà ispirato ad alti valori di umanesimo e uguaglianza sociale che l’autore ha fortemente assimilato e cercato di tramettere ai suoi alunni auspicando che sempre di più possa essere esteso oggigiorno a tutti.
Danilo Dolci è stato ed è un personaggio che avrebbe potuto mutare radicalmente gli indirizzi e la linea culturale della Sicilia dove la maggior parte della gente appare assopita, come asseriva Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel suo famoso romanzo storico dove i siciliani vengono rappresentati come dei semidei che non hanno bisogno di migliorarsi. Ma non è così, essendovi una parte notevole dei siciliani che vuole migliorare le proprie condizioni ed è quella a cui si rivolge l’autore, richiamando il mirabile esempio di vita e di grande cultura che esprimeva Danilo Dolci.
La cultura infatti può cambiare il mondo e Danilo Dolci diceva sempre che bisogna ascoltare i bambini che sono il futuro, la poesia della vita e si cresce solo se si sogna di cambiare.
Un libro che è frutto della collaborazione di chi ha lavorato con Danilo Dolci, con il figlio, che ha curato pure la postfazione, mentre l’efficace prefazione è di Salvatore Ferlita. Sono stati sentiti varie persone specie i suoi collaboratori, come pure due sacerdoti, due uomini di punta della chiesa di oggi quali padre Cosimo Scordato e Nino Fasullo per gli aspetti relativi ad argomenti di natura religiosa.
Tra gli intervistati poi Pino Lombardo che operava all’interno della “Radio dei poveri cristi” munito di cento litri di benzina che servivano per alimentare un gruppo elettrogeno in caso fosse stata staccata la corrente per impedirgli di trasmettere.
Arricchisce e impreziosisce il testo scritto un disegno di Tiziana Viola Massa, con un’incisiva e pertinente illustrazione, e ancora un’altra intervista a Salvatore Di Marco, un’altra a Gianluca Fiusco della Chiesa evangelica luterana. Il prof. Giuseppe Carta, docente universitario di Urbanistica, è stato anch’egli intervistato, essendo Danilo Dolci prossimo a laurearsi in Architettura, ma questi aveva al contempo molteplici interessi che spaziavano dalla musica ai classici.
Le fotografie di Melo Minnella valorizzano ancor più questo prezioso volume come pure quelle di Peppino Leone, di cui quella in copertina che lo ritrae nella sede della sua “Radio”.
Spine sante è il titolo del brano di cui viene riportato il QR code che è l’omaggio dell’autore a Danilo Dolci ed è eseguito con due fisarmoniche dallo stesso autore con Pier Paolo Petta.
Quando Danilo Dolci venne in Sicilia suscitò grande clamore e interesse, richiamando l’attenzione di famosi intellettuali che venivano da tutti i paesi. Vennero anche eccelsi attori come Vittorio Gassman e famosi scrittori da Rodari a Carlo Bo.
Un lavoro, quello posto in essere, che più volte, ha dichiarato Piscopo, non poteva esimersi dallo scrivere e raccontare trattando di una Sicilia che pare scomparire e che volutamente e colpevolmente ci hanno nascosto.
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Un libro perfetto per...
appassionato e studioso di Storia specie della Sicilia nei suoi aspetti economici e sociali
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