Il vecchio che rubava i bambini
- Autore: Giuseppe Maurizio Piscopo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
L’autore è maestro elementare presso la scuola Raffaello Lambruschini di Palermo e forte della sua diretta e personale esperienza, alla fine della sua carriera, si è dedicato alla scrittura di pregevoli libri riferiti al mondo dei più piccoli, che nella loro leggerezza espositiva esprimono temi profondi. Prima di questo si ricordano: “Le avventure di Lino Panno", Qanat Editore e “La Maestra portava carbone”, Torri del Vento Editore di Giuseppe Maurizio Piscopo e Salvatore Ferlita.
Un breve racconto quest’ultimo di Giuseppe Maurizio Piscopo, ma che esprime grandi verità.
“Il vecchio che rubava i bambini” è inserito nella collana “Coup de foudre” curata dal giornalista scrittore saccense Accursio Soldano che insieme ad altri racconti per bambini sarà pubblicato in un libro dal titolo: “La vita è un alfabeto” insieme allo scrittore Lino Buscemi con le illustrazioni di Tiziana Viola Massa.
Si narra della falsa diceria su un vecchio, dall’aspetto dimesso, che girava per le strade di paese con un sacco dove metteva dentro i bambini cattivi. Era divenuta un’abitudine pessima quella di alcuni genitori di intimorire i bambini minacciandoli di chiamare il vecchio cattivo in caso fossero discoli.
Ma non vi è cosa peggiore nell’educare, di istigare nei bambini la paura su fatti che non esistono, mentre occorre dirgli sempre la verità, accompagnando il loro crescere con parole autentiche, accorate, sentite e gesti rassicuranti.
La vera autentica vicenda che si nasconde dietro questa storia di una falsa nomea attribuita a quest’anziano signore, era lontana mille miglia dai fatti realmente accaduti che riguardavano le vicissitudini di un emigrato rimasto solo ed emarginato, che in quel sacco raccoglieva solo libri.
La cattiveria della gente del luogo aveva portato l’infelice ad isolarsi e ad essere sempre più isolato, additato financo come portatore di sventure.
L’autore prende spunto da questa storia per significare il mal vezzo di alterare completamente la realtà, innescando un processo poi difficilmente reversibile e pressoché ingestibile che procura nocumento agli stessi che l’hanno posto in essere.
Oggigiorno si vedono e si ascoltano sempre più atteggiamenti e parole di disprezzo verso gli ultimi, i più deboli, i più poveri, emarginati, emigranti, incolpati di tutti i problemi e le nefandezze del mondo. Si è in un mondo sempre più incattivito dove bisogna sincerarsi di persona e a fondo su qualsiasi fatto e notizia, buona o cattiva che sia al fine di non ingenerare lo spettro di inutili e falsi timori.
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