Cortigiane di Giuseppe Scaraffia

Come chiamereste una donna che riesce a farsi largo in un mondo solitamente dominato da maschi alfa? Oggi la definiremmo escort, arrampicatrice solitale, sgualdrina… E sicuramente anche peggio, se dessimo retta a chi è stato scavalcato.
Una volta, decenni e decenni addietro, queste donne si definivano cortigiane.
Ragazze o donne, forse ragazze che sono dovute divenire prematuramente donne a causa degli eventi funesti che hanno turbato le loro esistenze.
Corpi e cuori che hanno subito violenze inenarrabili, anime lacerate e unte da lussuria sfrenata che non avrebbe trovato un boia in nessun tribunale.
Ragazze che hanno capito che potevano farcela in un unico modo, e si sono abbassate al livello di chi avevano di fronte.

Forse, al giorno d’oggi, non vediamo questa decisione come unica e giudiziosa, piuttosto sarebbe troppo facile usare parole dure par la loro scelta di vita ma, si sa, criticare è più facile che comprendere.
Anna Deslions, la leonessa dei boulevard, Alice Ozy, un’agente di borsa con il seno, Cora Pearl, il piatto del giorno.
Queste sono solo tre delle donne presenti in “Cortigiane” (Mondadori, 2012, pp. 238), con i loro “titoli”.
Sedici donne, sedici dame che hanno scelto una vita più consona al loro pensiero, anche se la scelta era spesso obbligata dalla necessità.
Necessità di sopravvivere? Spesso sì, altre volte il bisogno derivava dall’essersi assuefatta a una vita talmente piena di sfarzo da esser costrette a tenere in equilibrio ben più di un amante, per non scendere al di sotto di quella soglia.
Uomini ricchi hanno amato queste donne, uomini ricchi sono finiti sul lastrico per un’ora d’amore, una carezza, un sospiro.
Persino personalità colte e famose, grandi scrittori o musicisti, hanno ceduto alla tentazione di amare queste fanciulle che promettevano loro una fetta di Paradiso, quello che forse entrambi cercavano ma che non trovavano perché voltavano lo sguardo sempre dalla parte sbagliata…

Il professor Giuseppe Scaraffia dipinge per noi sedici affreschi dalle tinte cupe e accecanti, il ritratto di un mondo diviso in sedici pezzi che formeranno un puzzle affascinante e magnifico.
Un libro storico e attuale al tempo stesso, figure di donne che forse non esistono più o magari, visti i tempi, preferiscono celarsi dietro maschere più convenzionali.
In ogni caso un libro che ci racconterà molte cose, e lo ascolteremo con piacere, immaginando di essere seduti al nostro tavolino preferito, sorseggiando un drink e ascoltando le parole di Giuseppe Scaraffia.