Cosmetica del nemico
- Autore: Amélie Nothomb
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Voland
- Anno di pubblicazione: 2011
Un romanzo secco. Lucido. Quasi esclusivamente dialogico, scattante. Cosmetica del nemico di Amélie Nothomb (Voland 2003, trad. B.Bruno, riedito nel 2011) è un libro assoluto: procede per reiterati spiazzamenti, per finte di corpo. Impossibile entrare nel merito della trama senza rivelare nel contempo troppo e troppo poco.
"Cosmetico, l’uomo si lisciò i capelli con il palmo della mano. Doveva essere impeccabile perché l’incontro con la sua vittima avvenisse a regola d’arte.
Quando la voce della speaker annunciò che l’aereo sarebbe partito con un forte ritardo a causa di problemi tecnici, Jérôme Angust aveva già i nervi a fior di pelle.
“Ci mancava anche questa” pensò.
Odiava gli aeroporti e lo esasperava la prospettiva di restare in quella sala d’attesa per un tempo indefinito.
Tirò fuori un libro dalla borsa e sprofondò rabbiosamente nella lettura."
Sullo sfondo liquido della sala di attesa di un aeroporto, ci sono un olandese dal nome improbabile (Textor Texel) e un uomo d’affari che ne subisce la progressiva invadenza (Jérome Angust). L’aereo di Jérome accumula ritardo per motivi tecnici e l’olandese ne approfitta per non lasciarlo in pace, assillandolo con rivelazioni sul suo passato, sempre più disturbanti. Una donna fantasmatica. Un cimitero parigino. Un amore distorto. Uno stupro e poi un delitto. Una storia che è quasi un’allucinazione, agghiacciante.
– Buongiorno – gli disse qualcuno in tono cerimonioso.
Sollevò appena la testa e ricambiò il buongiorno con meccanica gentilezza.
L’uomo gli si sedette accanto.
– Sono esasperanti questi ritardi, vero?
– Sì – borbottò lui.
– Se almeno si sapesse quanto c’è da aspettare, uno si organizzerebbe.
Jérôme Angust annuì.
– È bello il suo libro? – domandò lo sconosciuto.
“È il colmo” pensò Jérôme “ci voleva pure un seccatore che venisse ad attaccare bottone.
– Hm, hm – rispose, con l’aria di dire: “Mi lasci in pace.”
– Lei è fortunato. Io sono incapace di leggere in un luogo pubblico.
“Per questo va a scocciare quelli che ne sono capaci” sospirò tra sé Angust.
– Odio gli aeroporti, – continuò l’uomo. (“Anche io, sempre di più” pensò Jérôme.) – Gli ingenui credono di trovarvi i viaggiatori. Che errore romantico! Lo sa che razza di gente s’incontra?
– Gli importuni? – ringhiò quello continuando a simulare la lettura".
Ancora non lo sa, ma per Jérome Angus l’incontro con lo sconosciuto finirà col rivelarsi di decisiva importanza. Per il suo incalzare in progress, Cosmetica del nemico sfodera un fascino feroce, che inquieta e attrae al tempo stesso. Tra le righe è, oppure può essere, tante cose assieme: una sbieca dissertazione su peccato e rimorso, un Delitto e Castigo senza alcuna redenzione. Un Jekill versus Hyde senza elementi crime se non quelli introdotti da fratture psicologiche. Siamo proprio sicuri che il nemico sia quello che vive fuori di noi?
Comincia così la trappola dalla tessitura circolare in cui Nothomb precipita il lettore senza darlo a vedere. Risultato: un romanzo che si presta a molteplici interpretazioni. Spietato, ilare (a tratti), paradossale, irretente nel modo inarrivabile con cui i romanzi di Amélie Nothomb risultano irretenti. Un libro da recuperare e leggere assolutamente.
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