

Da solo
- Autore: Novita Amadei
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2025
Il 24 febbraio 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina. Al di là di tutto quello che in questi anni di conflitto è successo e che ci colpisce, visivamente, ogni giorno attraverso le immagini di bombardamenti, devastazione, disperazione e morte, c’è un aspetto, tra i più tragici, che riguarda la sorte dei bambini e che ha segnato un’intera generazione. Bambini in fuga, in un esodo pieno di incertezze, bambini intrappolati in zone di combattimento, bambini che devono confrontarsi con una realtà che, fino a poco prima, era fatta di affetti e legami duraturi, di casa e di scuola, in cui la guerra era un gioco e le armi solo delle imitazioni di plastica.
Ispirato a una storia vera, il romanzo di Novita Amadei, Da solo (Neri Pozza, 2025), racconta proprio di come, in tempo di guerra, ogni prospettiva venga stravolta, soprattutto per i bambini.
Jarek deve ancora compiere dieci anni; vive non molto lontano da Zaporižžja con la madre Hanna, sempre più preoccupata per la situazione che si è venuta a creare con l’invasione della Russia, e con la nonna Olena, che si è trasferita da loro dopo la morte del figlio. È molto legata a Jarek e si è già presa cura di lui mentre Hanna lavorava a Milano come badante: gioca a carte e gli racconta del suo passato.
Quando la scuola chiude e già in molti se ne sono andati, Hanna comprende che è il momento di agire: Olena ha problemi a muoversi e deve ricorrere al deambulatore, ma Jarek può essere messo in salvo. La mattina della partenza, Hanna non spiega al figlio dove stanno andando e perché: Jarek ha salutato frettolosamente la nonna e, dopo un silenzioso viaggio in bus e la mente piena di domande, sono arrivati alla stazione di Zaporižžja, dove c’è tantissima gente, soprattutto bambini con le loro mamme e vecchi. Jarek non capisce quello che la mamma e un signore dalla barba rossa si stanno dicendo. Si lasciano, senza spiegazioni, prima che il treno parta, con un bacio che sa di sangue perché Hanna non ha smesso di mordersi labbro.
Il signor Melnic, un aspirante scrittore, collega del maglificio, accompagnerà il ragazzino in treno fino al confine ucraino. Poi dovrà proseguire senza di lui, con solo un numero di telefono scritto sulla mano, attraverso un paese di cui non conosce la lingua. Lo aspettano duemila chilometri e, dopo alcuni cambi di treno, arriverà a Bratislava dove conoscerà chi, finalmente, si prenderà cura di lui.
Da solo affronta un tema forte e necessario: l’infanzia posta davanti agli orrori di un conflitto bellico e le sue conseguenze, ma anche il coraggio e le risorse che i bambini sono in grado di attivare per proteggersi e salvarsi. Veniamo immersi nella parte più “intima” della guerra, così come viene vissuta da persone comuni; comprendiamo come indebolisca gli esseri umani e ne esasperi i sentimenti, nel bene e nel male, perché è in queste circostanze estreme che le emozioni si manifestano in modo più evidente.
Lo stile misurato, lontano dagli eccessi, di Novita Amadei descrive il dolore straziante della perdita e del distacco vissuto da Hanna, ma anche la speranza trasmessa dalla solidarietà, dalla compassione e dalla vicinanza; ci permette di cogliere la complessità della guerra e di decifrarne le storie. Ciò che distingue questo libro è la sensibilità linguistica dell’autrice, evidente in ogni pagina, dove si alternano le voci, uniche e diverse, dei tre personaggi principali, e il fatto che sia scritto in modo molto realistico, ma nello stesso tempo poetico.
Come già accennato, Da solo è spirato alla storia vera di Hasan che a soli 11 anni, dopo aver visto il suo mondo stravolto dall’invasione russa, viene lasciato alla stazione dei treni di Zaporižžja dalla madre Yulia e si mette in viaggio per cercare rifugio e sicurezza a Bratislava – dove l’autrice ha potuto incontrare, in un secondo tempo, la sua numerosa famiglia nuovamente riunita.
Che cosa significa veramente lasciare tutto alle spalle e viaggiare per chilometri e chilometri verso un luogo sconosciuto? In questa vicenda incredibilmente toccante, che affronta un tema difficile in modo diretto e delicato, la paura dell’ignoto viene bilanciata dalla speranza e dai sogni per il futuro, trasformando un’esperienza personale in una narrazione universale, che riguarda la sofferenza insensata delle vittime di tutte le guerre.

Da solo
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