Filosofia della canzone moderna
- Autore: Bob Dylan
- Genere: Musica
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2022
Abbiamo aspettato, ma obbiettivamente valeva la pena. Uscito in inglese il 1 novembre u.s. con il titolo di The Philosophy Of Modern Song (editore Simon & Schuster UK), il nuovo (e tanto atteso) libro di Bob Dylan, uscito per Feltrinelli l’8 novembre scorso, arriva nelle librerie italiane con il titolo di Filosofia della canzone moderna nella traduzione dell’esperto dylaniano Alessandro Carrera, che per Feltrinelli ha tradotto canzoni e prose complete dell’artista statunitense.
Il libro di Bob Dylan si rivela fin dalle prime pagine opera di grande spessore culturale perché apre una finestra sull’arte e sul mestiere di scrivere canzoni riassumendo per altri versi decenni di musica popolare da un punto di vista privilegiato, quello dell’esperienza personale di Dylan che dura da ben oltre sessant’anni.
Il libro, arricchito da oltre 150 immagini intense, immaginifiche, altamente esplicative di un’epoca, è costituito da una collezione di sessantasei brevi disquisizioni che il cantautore premio Nobel per la Letteratura 2016 dedica a canzoni di altri artisti che in qualche modo lo hanno ispirato (tra essi Stephen Foster, Elvis Costello, Hank Williams, Nina Simone, e così via). È ancora (e come al solito) un Dylan "freewheeling", quello che leggiamo tra le pagine di questo lavoro che esce a distanza di quasi vent’anni dalla precedente fatica letteraria dylaniana (l’autobiografico "Chronicles - Volume 1" viene pubblicato negli Usa nell’ottobre del 2004, come prima parte di una possibile trilogia, dalla casa editrice Simon & Schuster, mentre nel nostro paese il libro, distribuito da Feltrinelli, arriva nelle librerie a inizio 2005).
Tra le pagine di questa "filosofia" troviamo un Dylan ora serio, malinconico, nostalgico, ora ironico e dissacrante, come da sempre ci ha abituato.
Come messo in rilievo da David Browne nell’edizione americana di Rolling Stone, le parole del nostro riflettono frammenti del suo pensiero sulla vita moderna e colgono la magia e il fascino della musica. Il libro, scrive Browne, finisce per essere "un omaggio al tempo in cui il fondamento della musica erano le forme popolari come il folk, il country, il blues, e non i beat, i trucchetti e le tecniche da studio" e "la testimonianza definitiva sul modo in cui le canzoni venivano scritte, suonate, registrate e cantate."
È tuttavia Dylan ci intrattiene amabilmente su Pump it up di Elvis Costello, secondo Bob si tratta di:
Una canzone che parla in neolingua, la canzone che ti metti a cantare quando hai raggiunto il punto di ebollizione. Tesa e inquieta, ma offerta con uno sconto, con molta roba che viene data via gratis.
Don’t Let Me Be Misunderstood di Nina Simone invece
"È una canzone di fili incrociati e false idee".
Black Magic Woman di Santana invece:
La donna che pratica la magia nera è la donna ideale: evoca i demoni, tiene seances, levita, è esperta nell’arte della necromanzia, conduce orge rituali con i morti, sempre fuori dal suo corpo, una creatura con oscuri poteri, e tu ce l’hai tutta per te.
Dylan dice la sua persino su Volare (la celeberrima Nel blu dipinto di blu) del nostro Domenico Modugno:
"Magari questa è stata una delle prime canzoni allucinogene, di almeno dieci anni in anticipo su White Rabbit dei Jefferson Airplane."
E così via, a volte con una scelta di titoli che veramente sorprende! Non aggiungiamo altro se non un accorato suggerimento: leggete questo libro così ricco di emozioni, di idee e di contenuti.
Filosofia della canzone moderna
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