Harry Potter e il calice di fuoco di J.K. Rowling

Il quarto volume della saga fantastica creata da J.K. Rowling che ha per protagonista l’ormai celebre maghetto è considerato all’unanimità quello che più di ogni altro segna una svolta nelle avventure ambientate nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

In “Harry Potter e il calice di fuoco” (Salani, prima edizione 2001), infatti, il nostro piccolo eroe ha compiuto quattordici anni e si appresta ad iniziare il quarto anno di scuola assieme ai suoi migliori amici Ron ed Hermione, non prima, però, di assistere alla finale della Coppa del Mondo di Quidditch, che si rivelerà essere non solo la più grande manifestazione sportiva del mondo magico, ma anche l’ennesima occasione di scompiglio che darà il via a nuovi ed inquietanti misteri. Voldemort, il Signore Oscuro, sta per tornare, per riappropriarsi delle sue sembianze fisiche e per farlo ha ideato un piano diabolico che, neanche a dirlo, coinvolge proprio Harry Potter, il suo più fedele servitore Mangiamorte ed il Torneo Tremaghi, ovvero un antico evento che coinvolge ben tre scuole di magia e che quell’anno si terrà ad Hogwarts dopo ben cento anni.

Fra incomprensioni, riappacificazioni, equivoci e colpi di scena, il lettore riuscirà a dipanare il bandolo della matassa e a scoprire verità amare che sollevano altri interrogativi e che portano a perdite che nessuna magia può restituire. Inoltre, grazie alla posta via gufo, a copie e copie della Gazzetta del Profeta e a prove che possono essre superate solo da veri campioni, Harry ed i suoi lettori di ogni età continueranno a crescere insieme e a scontrarsi con l’illusione più grande di tutte: il desiderio di essere normali.

“«Rimarrà, Minerva, perché deve capire» – ribatté Silente asciutto. – «Capire è il primo passo per accettare, e solo accettando si può guarire. Deve sapere chi lo ha condotto alle sofferenze di questa notte, e perché»”.