

Herbae Surdae
- Autore: Lucrezia Lombardo
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2025
Dopo il bel libro su Anna Freud, figlia di Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, Lucrezia Lombardo torna alle sue poesie, dando l’impressione di saper fare tutto: biografie, sillogi, saggi e direttrice di collane editoriali.
Questa sua ultima silloge ha come titolo Herbae surdae (Giuliano Ladolfi editore, 2025, curatela di Carlo Ragliani), espressione latina presa da Plinio il Vecchio come esempio di erbe silenziose, che crescono ovunque, che non hanno bisogno di niente; anche le poesie della Lombardo hanno come tema centrale la semplicità e l’umiltà.
C’è molta luce in queste poesie, una luce inaspettata e bella. La Lombardo è a un punto di svolta. Dopo aver analizzato l’alienazione dell’uomo moderno che ha abbracciato il neoliberismo e la corsa alla carriera, ai soldi, in un incubo di finanziarizzazione anche nei rapporti amicali e nel sesso, dove il denaro è l’unico metro per accettare socialmente uomini e donne, lasciando alla disperazione chi non ce la fa, per disparità economiche, e gli inabili, gli umiliati e gli offesi. Il sole, in questa silloge, e la sua luce toccano le donne che cucinano, gli uomini che lavorano la terra.
La Lombardo non vuole una fattoria dove le persone lavorano con grande felicità; troppo ingenuo e inesatto. Ma sicuramente spera che la comunità umana accolga tutti o quasi, perché la cattiveria e il male sono nel cuore di milioni e più di persone.
Ma intanto:
Anche per una madre / c’è il ristoro della frutta / e la domenica intoccabile. / Dimmi: potrò tornare / sulla riva per lavare / con te i miei calzoni?
Chi è che chiede alla madre, una donna, di lavare insieme i calzoni, di chi? Di un marito, di un figlio, di un amante?
Le poesie contenute in Herbae surdae sono bellissime perché hanno molteplici chiavi di lettura. Ritorna l’amore tra uomo e donna, tra donna e donna, tra uomo e uomo? Un abbaglio? Tutto quello che aveva celato Lucrezia Lombardo nelle altre sillogi, perché ideologicamente presa dai guasti e dai "guastatori" del mondo, che sono ancora lì, incartapecoriti e cattivissimi, qui non ha possibilità di passare perché la lieta novella è giunta, la luce del sole non la può spegnere nessun essere umano.

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