I custodi del libro
- Autore: Geraldine Brooks
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2009
“Là dove si danno alle fiamme i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini. Heinrich Heine”
I custodi del libro è un romanzo nel quale la scrittrice Geraldine Brooks, premio Pulitzer nel 2006 con L’idealista, ha voluto ricostruire la storia, fra verità e immaginazione, di un libro fra i più preziosi della civiltà umana: l’Haggadah di Sarajevo, oggi conservato nel Museo Nazionale di Sarajevo. Fu realizzato nella Spagna della metà del quattordicesimo secolo, verso la fine della cosiddetta Convivencia, quando giudei, cristiani e musulmani vivevano insieme. Ricco di variopinte miniature, in un’epoca in cui la fede giudaica condannava ogni genere di illustrazione, è sopravvissuto all’Inquisizione spagnola e alla cacciata degli ebrei, per poi essere ritrovato a Venezia nel 1609, forse portato da un sacerdote cattolico. Nel 1894 venne alla luce quando la Bosnia era sotto l’occupazione dell’Impero austroungarico e fu inviato a Vienna per essere studiato. Da allora divenne celebre ed ha superato indenne le guerre mondiali e la guerra dei Balcani.
I custodi del libro narra delle sue vicende e di coloro che lo hanno posseduto. Hanna Heath, una giovane restauratrice australiana di libri antichi, viene chiamata per una consulenza da un importante osservatore delle Nazioni Unite, Hamish Sajjan, operante a Sarajevo. La Haggadah, l’antico manoscritto ebraico, rimasto illeso durante i bombardamenti, una vera rarità, un libro molto prezioso, ha bisogno di cure che lo riportino all’antico splendore e Hanna è nel suo ambiente molto considerata. E’ il 1996, è inverno e Hanna giunge così nella capitale bosniaca distrutta da anni di guerra civile e ancora sotto il fuoco dei cecchini.
“Visitando Sarajevo si rende conto che gli ampi viali della città austroungarica avevano ceduto il posto alle strette vie dell’epoca ottomana. Gli edifici tutti di piccole dimensioni. Sentì il richiamo dei fedeli dalla sommità di un minareto e a lei che aveva associato la preghiera islamica solo a luoghi caldi come I’Egitto, le fece uno strano effetto sentirla fra il ghiaccio e la neve. Ricordò che l’Islam era arrivato un tempo alle porte di Vienna. Quando la Haggadah era stata creata, l’impero musulmano rischiarava le tenebre del mondo medioevale: le scienze e la poesia nelle sue splendide città, dove i giudei, perseguitato e uccisi nei regni cristiani, venivano tollerati.“
Al suo arrivo a Sarajevo gli esponenti dell’Onu e il direttore del museo la accompagnano nei caveau della banca dove l’Haggadah è custodita. La scatola di metallo estratta è sigillata in più punti con la ceralacca. Rotti i sigilli, all’interno avvolto in più fogli di carta di seta vi è il pregiato libro.
“Il libro è molto più della somma dei materiali che lo compongono: è un prodotto della mente e della mano dell’uomo. I battiloro, i macinatori di pietre, gli scribi, i legatori….“
Sono i pensieri che affollano la mente di Hanna sapendo bene che nessun restauratore ha tenuto in mano quel libro da oltre un secolo. Durante la guerra in Bosnia e nell’assedio del 1992 si pensava fosse andato perduto, perché i musei e le biblioteche erano obiettivi militari. Il direttore della biblioteca del museo, musulmano, lo aveva invece salvato, mettendo a rischio la sua vita: sotto una pioggia di bombe, lo aveva strappato alle fiamme. Ma in cosa è racchiusa la preziosità di questo antico libro? La parola Haggadah deriva dalla radice ebraica hgd “racconto”, è un libro ebraico di cerimonie, una collezione di storie bibliche, di preghiere e di salmi che riguardano la Pesach, la festa che celebra la liberazione degli ebrei dall’Egitto. Al mondo esistono tantissime Haggadah, più o meno conosciute, ma l’Haggadah di Sarajevo è considerato pari ad un gioiello della Corona. Hanna comprende da subito la responsabilità del suo incarico e della possibilità che le viene offerta: non avrà più modo di poter studiare un’opera così preziosa. Le miniature che compongono le pagine sono state realizzate con pigmenti costosi, in oro e rame, dai colori ancora puri e vividi come in quel giorno lontano in cui sono stati posti sulla carta: scene di vita domestica e un mondo fantastico di fiori e animali. Sfogliando le varie pagine con estrema cautela Hanna però si accorge che vi sono frammenti di ben altra natura: un’ala di farfalla, una macchia di vino e una macchia di sangue. Come mai sono all’interno di queste pagine? L’autrice inizia così da questi piccoli indizi la ricostruzione storica dell’Haggadah, ogni traccia svelerà un mistero del periodo e di chi lo ha posseduto.
I custodi del libro è un magnifico viaggio nei secoli di storia, narrato in maniera scorrevole e appassionante. La vicenda di un libro di grande valore, che dall’Inquisizione al Nazismo ha attraversato il tempo e i luoghi per arrivare fino a noi integro, ci prende e ci lascia stupiti. E’ stato posseduto, trafugato, nascosto, è passato in molte mani, da quelle ebraiche, alle cristiane fino a quelle musulmane, ed è salvo solo grazie all’amore di coloro che l’autrice definisce i custodi del libro.
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