I narratori della memoria
- Autore: Daniele Biacchessi
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2013
Io in fondo a queste storie qui ci ho sempre creduto: cioè che una canzone può essere molto più che una semplice canzoncina e che anche un articolo di giornale può venire utile a fare due conti con la storia. Dipende, ovvio, da chi canta e chi scrive, e dipende anche dai motivi per cui uno lo fa (cantare e/o scrivere). Il manipolo di autori arruolati dall’Associazione Ponti di Memoria per il loro primo libro (“I narratori della memoria", Vololibero, 2013), per esempio, è di quelli che non si possono discutere, nemmeno a volerlo. Nel senso che il loro “impegno” è certificato con tanto di ideale marchio doc, oltre che dalle diverse lune impiegate tra piazze e palcoscenici a raccontare le cose come sono andate e come vanno.
I narratori della memoria sono attori, musicisti, giornalisti, scrittori, avvicinati dalla voglia di vero & verità, sia che si tratti di
- rievocare novant’anni d’Italia in 18 pagine, (Daniele Biacchessi , “Il sogno italiano”),
- rileggere il dark side del mondo rock (Ezio Guaitamacchi, “Chi ha ucciso il rock’n’roll”),
- evocare misteri e fantasmi di una strage dalle molte ombre come quella della stazione di Bologna (Paolo Bolognesi, Elena Invernizzi, Stefano Paolocci, “L’orologio della memoria”).
L’aspetto che convince ancor di più di questo controcanto di gruppo - che è anche contro-storia e progetto civile - è la sua connotazione “viva”: la memoria non come mero avvoltolarsi nel passato ma come grimaldello per scardinare le resistenze della dimenticanza forzata, delle insabbiature, della rimozione sociale; chiave di accesso per guardare all’oggi e puntare al futuro con sguardo, pensieri, atteggiamento nuovi. Una specie di passaggio di testimone, insomma, da parte di chi c’era a chi magari ci sarà, un modo come un altro per ricordarsi di ricordare, a dispetto delle camomille e alienazioni social del nostro scontento.
I fatti, piccoli e grandi, ri-evocati dai dieci “narratori della memoria” riescono dunque a farsi pungolo e metastoria insieme, si parli - ancora -
- di mafia (Tiziana Di Masi, “Mafie in pentola”),
- di guerra (Gaetano Liguori, “Una notte ad Aleppo”),
- di musica ribelle (Marino Severini, “Mystic Guthrie river”; Massimo Priviero, “Diario Folk Rock”),
- di teatro civile (Michele Fusiello, “Un percorso tra voce e suono”).
Che si scelga di farlo in forma di racconto, saggio, memoir, ciò che più importa è il valore civile (neo-umanista) di questo raccontare, il valore sotteso a ciascuna delle pagine di questo libro. Raccomandato ai più giovani e a quanti (pochi, molti, boh?) sono scampati alle lobotomie politico-mediatiche di massa.
Le febbri della memoria
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I narratori della memoria
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