Una generazione scomparsa. I mondiali di Argentina del 1978
- Autore: Daniele Biacchessi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
Garage Olimpo. Campo de Majo. Campo de Arana. Lanùs. Sono le stazioni del dolore, le anonime anticamere dell’inferno: ville, commissariati, garage, altrimenti passati alla storia come centrali del terrore. Malebolge dantesche, punti di non-ritorno, luoghi di tortura ai quali non si sopravvive. I centri organizzati di smistamento morte del generale argentino Jorge Videla, al potere in forza di un golpe, nel 1976. Da lì è disceso il corollario degli arrestati, degli uccisi, degli scomparsi (desaparecidos) intanto che Buenos Aires continuava la sua vita di sempre, in apparente serenità.
“Dal 1976 al 1983, un numero incalcolabile di persone vengono incarcerate, 2300 sono assassinate, oltre trentamila scompaiono nel nulla” (p. 23).
Queste le cifre nude e crude, e questo il saggio (dell’orrore) che le racconta. Si intitola “Una generazione scomparsa. I mondiali di Argentina del 1978” (Jaca Book, 2017) e lo firma Daniele Biacchessi, giornalista, scrittore, autore di teatro per cui l’aggettivo "narrazione civile" ha ancora un senso compito. Questo suo libro è un libro-inchiesta che si legge come un racconto nero-pece. Una narrazione serrata dal luogo degli eventi, volutamente asettica, incalzante, cronachistica, oggettiva. Nel senso che a parlare sono i fatti, i fatti politici e i numeri della morte, le testimonianze, gli stralci di giornale, e quelli di una memoria che non può arrendersi al trascorrere del tempo. “Una generazione scomparsa” è dunque un saggio propedeutico. A leggerlo come si deve, nemmeno troppo tra le righe, impari come l’era di Mathausen e Dachau non è finita. Si muore ancora per delle idee, così come si moriva nell’Argentina degli anni Settanta, dove i mondiali di calcio diventano ragione necessaria e sufficiente per mascherare le sevizie, gli omicidi, i voli della morte, quelli che con atroce eufemismo fanno parte del così detto Plan Condor.
“Sono andato in cantina, dove c’erano quelli che avrebbero volato. Giù non restava nessuno. Fu loro detto che sarebbero stato trasferiti al Sud e che per questa ragione sarebbero stati vaccinati (…) fu loro somministrata una dose per intontirli, un sedativo. E così li si addormentava (…) Il sottufficiale teneva giù con il piede una specie di porta oscillante, per lasciare uno spazio di 40 centimetri verso il vuoto. Da lì cominciavamo subito dopo a scaricare i sovversivi”. (p. 35, citazione da ‘Il volo’ di Horacio Verbitsky).
Se avete poi sentito parlare delle Madri di Plaza de Majo è per questo: decine di donne in marcia col fazzoletto bianco a invocare giustizia per una generazione epurata dall’interno (argentini contro argentini). Una generazione scomparsa. Appunto. Il titolo annuncia una verità ineludibile. Una verità che il libro racconta in tutto e per tutto. Storia e contro-storia. Compresa quella evocata dalla presenza di Licio Gelli in tribuna d’onore durante la finale mondiale tra Argentina e Olanda. Intesseva rapporti molto stretti con molti degli appartenenti alla coorte del dittatore argentino. La (con)prova che gli emissari del Potere sono fatti della stessa pasta, si somigliano tutti. E non hanno bandiera.
Una generazione scomparsa. I mondiali in Argentina del 1978
Amazon.it: 13,30 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Una generazione scomparsa. I mondiali di Argentina del 1978
Lascia il tuo commento