Il basilico di Palazzo Galletti
- Autore: Giuseppina Torregrossa
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2018
“Il basilico di Palazzo Galletti” (Mondadori 2018) è il nuovo romanzo di Giuseppina Torregrossa, scrittrice nata a Palermo, che vive tra la Sicilia e Roma, dove ha lavorato più di vent’anni come ginecologa, già autrice de “L’assaggiatrice” (2007) “Il conto delle minne” (2009), “Manna e miele, ferro e fuoco” (2011), “Panza e prisenza” (2012), “La miscela segreta di casa Olivares” (2014) e “Cortile nostalgia” (2017).
È il conturbante profumo del basilico il “fil rouge” di questo imperdibile romanzo dedicato “A Scirocco, eppure il vento soffia ancora...”, il nono della Torregrossa, nato dalla fertile fantasia dell’autrice palermitana.
A luglio, per tutta la durata del fistino, le pie donne, le confraternite tutte, in processione si erano rivolte a santa Rosalia. Invocazioni e preghiere non avevano sortito alcun effetto e ancora, dopo l’ennesima danza della pioggia, il cielo era sgombro di nuvole, i bacini a secco.
È una lunga estate calda quella che si sta vivendo a Palermo. Come è consuetudine nel mese di agosto, dai rubinetti l’acqua scende lentamente e l’immondizia, sinonimo della decadenza di una società, si accumula giorno dopo giorno sui marciapiedi accanto ai cassonetti. Inutile invocare la protezione e la benevolenza di Santa Rosalia, affinché faccia piovere al più presto, il sole è implacabile e scioglie anche le pietre.
Il vicequestore aggiunto Maria Teresa Pajno detta Marò del Commissariato del quartiere Politeama, già protagonista di “Panza e prisenza” è stata da poco promossa a capo del gruppo “antifemminicidio”. La donna, impareggiabile “cuciniera” si trova a un punto cruciale della propria esistenza: portare avanti il rapporto ormai deteriorato con il sostituto commissario Rosario Sasà D’Alessandro, dal carattere spigoloso e “fumantino”, oppure abbandonarlo al suo destino? Inoltre la promozione paradossalmente ha reso vulnerabile la donna di legge, forse perché il nuovo lavoro presuppone una grande responsibilità.
La maturità incombe e la giovinezza ormai è un ricordo, forse è questo che lacera l’anima di Marò, che ha compreso che durante questa rovente estate qualcosa deve cambiare. “Ma a Marò il matrimonio non interessava”. Come se non bastasse il giorno di Ferragosto viene commesso un omicidio.
«Dottoressa, scusi il disturbo, ma c’è un morto, anzi una morta a piazza Marina» esordì la voce imbalsamata dell’ispettore Fedeli.
Giuseppina Torregrossa è sempre abilissima nel descrivere con humor storie piene di sensualità con al centro figure femminili apparentemente fragili. Per l’autrice che si descrive una “ginecologa della letteratura” c’è qualcosa in comune tra il mestiere di medico e quello dello scrittore. Infatti “in entrambi i casi entri nell’intimità degli altri, nelle loro parti di vita più segrete e profonde” ha dichiarato anni fa Torregrossa in una intervista.
Ma forse è la Sicilia la vera protagonista del testo, questa “terra bellissima e disgraziata”, come la definì Paolo Borsellino, ricca di contraddizioni e un caleidoscopio di colori, profumi, popoli e culture che ne hanno lasciato impronte indelebili. “Che notte era stata quella prima del Ferragosto!”.
Il basilico di Palazzo Galletti
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