Il canto di Karol
- Autore: Emanuele Drago
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
“Il canto di Karol” di Emanuele Drago segue “Palermo in un romanzo”, il precedente volume già alla terza ristampa. Come dimostra il precedente lavoro Emanuele Drago è un cultore appassionato degli aneddoti più gustosi e nascosti della storia cittadina e siciliana.
Quest’ultimo romanzo, invece, segue un altro percorso che trae spunto da un racconto inserito nell’opera precedente, i cui contenuti vengono ampliati. “Il canto di Karol” è un libro pieno di suggestioni, che si legge piacevolmente per la scorrevolezza della scrittura. Il tema portante del romanzo è, appunto, quello della suggestione che coglie chi osserva un quadro e provoca un senso di inquietudine. Dietro la storia raccontata vi sono una serie di eventi che apparentemente sembrano non avere alcuna rilevanza né alcun legame con la realtà, anche se non tutto è come può sembrare.
La copertina de “Il canto di Karol” riproduce un quadro datato 1863 che ritrae un bambino dagli occhi inquietanti, occhi che sembrano quelli di un adulto e che contribuiscono a creare un’immagine capace di suscitare un’intensa emozione in Emanuele Drago che ora si propone di trasmetterla ai lettori con la sua narrazione.
L’autore accompagna il lettore in percorsi tracciati in tempi e luoghi diversi che attraversano l’Europa, da Sarajevo fino a Cracovia e a Torino. Cracovia è il luogo principe di tutta la vicenda, dove il protagonista del romanzo trova un’autobiografia dattiloscritta e inizia a leggerla, appassionandosi sempre di più alle vicende descritte. Si innesca un processo di mimesi attraverso cui il personaggio che legge e l’autore che scrive tendono a sovrapporsi l’un l’altro.
I personaggi del romanzo perseguono ostinatamente una ricerca incessante su avvenimenti accaduti cento anni prima, in epoca garibaldina, durante l’insurrezione del 1863 in Polonia, quando due spedizioni di Garibaldini si spinsero in Polonia. Ecco però che il mistero si infittisce e vengono alla luce elementi sconosciuti; a Cracovia, poi, il protagonista incontra un giovane con il quale imbastisce un fertile e istruttivo colloquio. Durante la visita della città si mette alla ricerca di tracce di eventi avvenuti parecchio tempo prima. I misteri si infittiscono sempre di più, come pure si manifestano coincidenze di nomi, di luoghi e di circostanze che rendono l’intreccio rivelativo, finalizzato a sciogliere i nodi intrigati della vicenda. È l’apparente bizzarria del caso, attraverso significativi colpi di scena, che tesse l’architettura di un romanzo di cui non è facile interrompere la lettura.
Emanuele Drago ci spinge a meditare su quanto gli eventi contemporanei traggano senso compiuto e sostanza rivelatrice da un passato più o meno recente. Il tema di fondo della storia ci consegna un messaggio chiaro: gli eventi si riproducono e sono fra di loro legati. Anche nelle vicende storiche si ha sempre il sospetto che quello che accade non sia una coincidenza, come sovente accade anche nella vita reale dove alcuni eventi sembrano fortuiti ma in realtà nulla avviene mai per caso. In “Il canto di Karol” domina il mistero e alla fine tutto si conclude in una storia che lascia sospesi, sempre intrigante e accattivante.
Il canto di Karol
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