Il cappello del Gran Bau
- Autore: Tove Jansson
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Salani
- Anno di pubblicazione: 2021
La straordinaria fantasia di Tove Jansson emerge in questa storia intitolata Il cappello del Gran Bau (Salani, 2021, trad. di Annuska Palme Larussa Sanavio e Donatella Ziliotto), primo volume della saga dei Mumin che ha reso famosa quest’autrice in tutto il mondo anche se, oltre a questi libri per bambini e ragazzi, ha dimostrato di essere nel tempo anche brava come scrittrice di racconti e romanzi per adulti.
Artista intelligente, versatile e unica nel suo modo di esprimersi, come ogni grande artista dovrebbe essere, Tove Jansson è senza dubbio un’autrice che sa creare atmosfere particolari, tipiche della sua terra, la Finlandia, fatte di bruschi cambiamenti delle condizioni climatiche, del susseguirsi di stagioni con caratteristiche piuttosto definite e dello strapotere della natura che sembra avere il controllo sulla vita di tutti i suoi abitanti: piante, animali ed esseri umani, oltre naturalmente, nella finzione letteraria, tutte le altre straordinarie creature appartenenti alle più svariate specie create dalla smisurata immaginazione di questa grande scrittrice.
In questo primo libro dei Mumin, l’autrice inizia a poco a poco a presentare all’interno della vicenda tutti quei personaggi che saranno protagonisti dell’intera saga. A cominciare dalla famiglia Mumin composta da Mamma Mumin, Papà Mumin e il troll Mumin, al quale nei successivi capitoli si unirà Grugnina, sorella di Grugnino ma destinata in seguito a diventare compagna inseparabile del troll Mumin, del quale è innamorato. Per chi non lo sapesse, i troll Mumin sono imparentati con i più spaventosi, selvaggi e anche più celebri troll, ma sono molto diversi da loro per aspetto fisico, essendo simili a piccoli ippopotami piuttosto aggraziati nelle forme e nei modi, data la loro proverbiale educazione e la cultura, con un livello di istruzione che li rende simili agli esseri umani. Si tratta in sostanza di creature antropomorfe nate dalla fantasia di Tove Jansson, che si è ispirata a una serie di persone incontrate nella sua vita per creare questa curiosa specie.
I Mumin vivono in un mondo tutto loro, caratterizzato dalla presenza di paesaggi ed elementi naturali molto diversi come la collina, il mare, la montagna, fiumi, spiagge e boschi. Esiste anche una piccola cartina all’inizio del libro disegnata dalla stessa Tove Jansson, che ritrae il mondo dei Mumin in modo abbastanza dettagliato. Tove Jansson cura infatti anche le illustrazioni, essendo stata anche un’illustratrice, di tutti i suoi libri dedicati ai Mumin, sei in tutto per quanto riguarda la saga principale più una serie di varie e singole avventure su queste curiose creature, scritti nel corso degli anni. In realtà il primo romanzo dedicato ai Mumin è datato 1945 e si intitolava in italiano I piccoli troll e la grande inondazione, attualmente però non disponibile nella nostra lingua.
Accanto ai Mumin e ai due Grugnini si affiancano numerosi altri personaggi in questo primo capitolo della saga, come Tabacco, un essere solitario che fuma la pipa, che indossa sul capo un cappello con larghe falde e suona l’armonica a bocca. C’è poi Sniff, un curioso, pauroso e lamentoso animaletto che sembra un po’ un cagnolino, come si può intuire dal nome, ma con orecchie a punta e una coda lunga e liscia; inoltre non è peloso ma ha il corpo liscio simile a quello di un maialino. L’Emulo è un altro essere curioso, che sembra quasi un vecchietto per modi di fare abitudinari, per la sua pigrizia e l’aspetto poco giovanile sia per lineamenti che per capigliatura. In genere i membri di questa specie sono famosi per l’abitudine a collezionare oggetti, come nel caso dell’Emulo protagonista di questo primo libro, e sono alquanto solitari.
Ci sono poi ne Il cappello del Gran Bau il Topo muschiato, che è esattamente come lo conosciamo in natura ma antropoformizzato e quindi dotato di parola e intelligenza come tutti gli altri personaggi della saga: è saggio, colto, ma ha anche una visione molto critica della vita e per questo da essere colto quale è ha scritto un saggio intitolato "Sull’inutilità delle cose".
Il fatto singolare è che di alcuni di questi stravaganti personaggi sembrano esserci solo singoli individui, o almeno così la storia mostra, come per quanto riguarda ad esempio Tabacco e Sniff. In seguito compariranno nella storia anche personaggi importanti in questo primo capitolo della saga come Dada e Sasa, due strane e piccole creaturine che sono inseparabili e che parlano ciascuna una lingua tutta loro, rispettivamente il "dadese" e il "sasese", che i componenti della famiglia Mumin dovranno piano piano imparare a capire quando faranno improvvisamente la loro conoscenza.
Dada e Sasa portano sempre con loro una valigia a cui tengono molto e il cui prezioso contenuto verrà svelato solo nella parte finale della storia. E proprio per difenderlo da Morra, una misteriosa, solitaria e un po’ inquietante creatura che ha il potere di far gelare al suo passaggio ogni cosa, che chiedono di essere protetti e ospitati nella casa dei Mumin.
È una vera e propria famiglia allargata quella dei Mumin, dove Papà ,Mamma e il Troll si trovano a ospitare tutte queste creature nella loro casa, alcune temporaneamente e altre sono invece ospiti fisse e quindi di casa. Poi ci sono creature, come Tabacco, che ogni tanto partono per lunghi viaggi, durante la bella stagione, per poi ritornare addirittura dopo un anno. Lo scandire delle stagioni è uno degli aspetti della vita nella Valle dei Mumin per tutti i suoi abitanti. In inverno ad esempio la famiglia Mumin con tutti i suoi ospiti e molte altre creature, di fatto la maggioranza, sono solite andare in letargo a causa del freddo ma soprattutto della quasi totale assenza di luce, e dormire per circa tre mesi fino al sopraggiungere della primavera. I troll Mumin infatti si distinguono per l’amore per il sole e la luce, mentre non sopportano il buio, al contrario degli altri Troll che vivono quasi esclusivamente nell’oscurità non riuscendo a sostenere la luce del giorno.
Questo è il contesto della storia dove regna in generale una sostanziale pace e armonia che viene turbata soprattutto da eventuali catastrofi naturali o comunque situazioni climatiche avverse, presenti in tutti i libri della saga, o dalla presenza di qualche misterioso elemento o creatura capace di minare l’equilibrio e la tranquillità nella Valle dei Mumin. Tale equilibrio in questo primo libro viene messo a rischio dalla presenza di un misterioso cappello a cilindro, che dà il nome a questo primo capitolo della saga, con capacità magiche di trasformare oggetti e creature che lo indossano o che si collocano al suo interno, che talvolta si rivelano assai pericolose e di difficile gestione. Il cappello a cilindro viene da Tabacco, Sniff e dal Troll Mumin in contemporanea durante una loro escursione sulla Montagna Solitaria che domina la valle, collocato non si sa per quale proprio in cima ad essa. Non conoscendo il nome del suo proprietario, i tre amici decidono di portarlo a casa e le conseguenze saranno molto serie, con disavventure di tutti i tipi per gli abitanti di casa Mumin, alcune difficili da risolvere e tutte da godere per coloro che desiderano leggere il libro.
Solo in seguito emergerà dal racconto grazie anche a una storia di Tabacco, che introduce il personaggio, che il misterioso cappello appartiene al Gran Bau, un signore dai grandi baffi scuri che indossa un elegante mantello, ha poteri magici e se ne va in giro cavalcando una pantera nera alla caccia di gioielli e pietre preziose che colleziona, come ad esempio diamanti e rubini. In particolare il suo obiettivo è quello di impossessarsi del famoso Rubino Rosso, il gioiello più prezioso di tutti e l’unico che sembra non riuscire a trovare, nemmeno sulla luna dove si reca personalmente, ma invano.
Tra gite su una barca a vela chiamata "Avventura" che li porterà sull’Isola Solitaria, dove incontreranno i Fungarelli, curiosi funghetti che hanno la proprietà di trasmettere energia elettrica, con altre sorprese e ritrovamenti incredibili sulla costa dopo una tempesta, la pesca a un enorme pesce chiamato Mammalucco e una straordinaria festa indetta da Mamma Mumin per il ritrovamento della sua cara borsa, si snoda la divertente e appassionante vicenda con un finale sorprendente ed emozionante che dona senso e completezza a tutta la storia. Le descrizioni dei paesaggi, delle condizioni climatiche e ambientali e la minuziosa descrizione di ogni angolo di questo incredibile mondo sono uno dei punti di forza della scrittura di Tove Jansson in questo racconto. Esso è adatto ai bambini a partire dai 9 anni d’età, ma la grande bravura nel narrare la vicenda da parte dell’autrice lo rende gradevole e apprezzabile anche un pubblico adulto, purché attento, disponibile e sensibile a cogliere il valore della letteratura per l’infanzia.
Il cappello del Gran Bau è stato pubblicato per la prima volta in Finlandia nel 1948 con il titolo originale di Trollkarlens hatt, che significa "Il cappello del mago", mentre in Italia nella prima edizione nel 1990, per poi essere ristampato più volte fino all’attuale edizione del 2021 dalla casa editrice Salani, nella famosa collana "Gl’istrici" fondata da Donatella Ziliotto, che ha curato anche la traduzione di quest’opera insieme ad Annuska Palme Sannavio.
Tove Marika Jansson, nata a Helsinki il 9 agosto del 1914 e scomparsa sempre nella capitale finlandese il 27 giugno del 2001, è stata pittrice e illustratrice prima che scrittrice e appartiene alla minoranza svedese presente in Finlandia, che prevede anche questa lingua come ufficiale accanto al finlandese. Tove Jansson, pur avendo scritto tutti i suoi libri in svedese, la lingua parlata dalla sua famiglia d’origine, è considerata giustamente finlandese a tutti gli effetti, tanto da essere reputata un vero e proprio "monumento nazionale" in patria, dove i festeggiamenti per il suo ottantesimo compleanno durarono un anno intero. È figlia di un padre scultore e madre illustratrice, quindi ha respirato arte in casa fin da bambina.
Come scrittrice ha cominciato con i libri per bambini e in particolare con quelli della Saga dei Mumin, personaggi di cui è lei la creatrice e che l’ha resa famosa. I suoi libri sono tradotti in trenta lingue e le storie dei Mumin sono stati portati con successo sullo schermo negli Stati Uniti d’America. In seguito se si è dedicata anche ai libri per adulti, tradotti e disponibili in italiano grazie alla casa editrice Iperborea.
Tra i riconoscimenti ricevuti è bello ricordare quello di Dama dell’Ordine del Sorriso, un premio internazionale che viene conferito in Polonia dai bambini agli adulti distintisi per il loro impegno a favore dell’infanzia. Ha ricevuto tra gli altri anche il premio dell’Accademia svedese nel 1972, il Premio Topelius nel 1978, il premio di stato della Finlandia per la letteratura nel 1963, 1971 e 1982 e il premio Helsinki nel 1980.
Artista autentica, è capace di far riflettere, di divertire ed emozionare con le sue storie per bambini ma anche gettando luce sulla complessità dei rapporti umani con le sue opere dal carattere intimista, dove i silenzi e il non detto a volte parlano molto di più delle parole, e l’apparente immobilità della narrazione delle sue storie per grandi nasconde in realtà la volontà di fare in modo che l’azione avvenga nell’intimo dei personaggi, provocando dei significativi cambiamenti e trasformazioni nel loro animo al punto che essi non sono più gli stessi. Una rivoluzione interiore che vale quanto il dinamismo di un romanzo d’azione e forse anche di più.
In questo primo libro della tradizionale saga dei Mumin, Tove Jansson invita i lettori grandi e piccoli, pur concentrandosi più sui giovanissimi lettori, a riflettere sul valore dell’amicizia, della solidarietà e della generosità in un romanzo che emoziona, diverte e scalda il cuore.
Il cappello del Gran Bau
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il cappello del Gran Bau
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