Il castello dell’arsenico e altri racconti
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2019
“Il castello dell’arsenico e altri racconti” (Adelphi 2019, traduzione di Marina Di Leo) è una raccolta di racconti, incentrati sulla figura del dottor Jean Dollent, che l’autore belga Georges Simenon (Liegi 1903 - Losanna 1989) scrisse nel 1938.
“La pista dell’uomo con i capelli rossi”, “La piste de l’homme roux”, “L’Ammiraglio è scomparso”, “L’Amiral a disparu”, “Il campanello d’allarme”, “La sonnette d’alarme”, “Il castello dell’arsenico”, “Le château de l’arsenic” e “L’uomo delle pantofole”, “L’amoureux aux pantoufles”, apparsi nella serie “Police-Roman” tra il marzo 1940 e il gennaio 1941, furono poi raccolti in volume con i primi otto nel 1943.
Georges Simenon, uno degli autori più celebri e prolifici del XX Secolo, che ritrasse nei suoi numerosi romanzi polizieschi e di guerra, autobiografici e di confessione morale, nel 1938 per distrarsi si divertì a buttare giù trentatré racconti polizieschi, fra cui i cinque riuniti nella presente raccolta che chiude il ciclo dedicato al “dottorino” di campagna dal fiuto prodigioso. E pensare che Simenon, sempre nel 1938 mentre il mondo restava con il fiato sospeso, inerme di fronte all’imminente conflitto, aveva scritto tre romanzi, tre classici della letteratura di tutti i tempi: “La casa dei Krull”, “Gli intrusi” e “Il borgomastro di Furnes”.
Memorabile e divertente la figura di Jean Dollent, giovane e accattivante medico di campagna di trent’anni, chiamato affettuosamente dai pazienti “il dottor Jean”, o “il dottorino”, che esercita nel circondario del dipartimento della Charente Marittima. “Dottorino” perché mingherlino, dai modi gentili e alla mano, il cui tratto distintivo è la sua minuscola 5 CV il cui rombo echeggia per le strade a ogni ora del giorno e spesso della notte. Ma Jean non è solo un medico empatico, capace di mettere a proprio agio i suoi pazienti. Dollent ha una dote innata: un fiuto infallibile che gli dà modo di risolvere anche i casi più delicati e scottanti. Questo il lettore lo sa bene e una raccolta di racconti dopo un’altra, ha imparato ad apprezzare le mosse e il comportamento di Jean.
In queste pagine il nostro simpaticissimo eroe chiude in bellezza la sua carriera d’investigatore, pardon, sempre dilettante, ma ormai abbastanza sicuro di sé da essersi guadagnato la stima e il rispetto di un osso duro come il famoso commissario Lucas della Polizia giudiziaria di Parigi.
Nel racconto che dà il titolo alla raccolta, Jean Dollent va garbatamente a chiedere a qualcuno se è un assassino, e viene ricevuto con impeccabile cortesia…
Il dottor Jean sapeva di essere osservato, non soltanto dal castello, ma anche dalle case circostanti, dove con ogni probabilità la gente si chiedeva chi osasse presentarsi lì in un momento simile.
Il castello dell'arsenico e altri racconti
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