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Il pretore di Cuvio
- Autore: Piero Chiara
- Genere: Romanzi erotici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2020
Il pretore di Cuvio di Piero Chiara (Mondadori, 2020) è ambientato in un piccolo comune del Varesotto negli anni 1930, durante il Fascismo.
Augusto Vanghetta diventa Pretore e trova Cuvio un posto tranquillo dove esercitare senza troppo impegno e difficoltà; è un funzionario mediocre, arrivato alla prestigiosa carica giudiziaria pur senza possedere particolari doti culturali e professionali.
Laureato quasi miracolosamente in legge una quindicina di anni prima e nominato vice pretore onorario in una cittadina della Brianza, era stato per sei anni praticante notaio prima che gli capitasse l’unica vera fortuna della sua vita.
Le sue caratteristiche fisiche sono descritte in modo che il lettore non abbia dubbi circa il suo aspetto sgradevole e persino repellente. Ciò non gli impedisce di soddisfare un eccezionale appetito nei bordelli, dov’è cliente conosciuto e anche fuori di essi, adescando e frequentando donne di tutte le età e condizioni, pur avendo una moglie che salva le apparenze e gli porta una dote economica non trascurabile.
Consisteva nel provare tutte le varietà esistenti, e non solo quelle magre o grasse, le alte e le piccole, le zoppe e le gobbe, le bionde e le brune, le giovani e le anziane, ma anche il tipo veneto, quello toscano, bolognese, siciliano e via dicendo, includendo all’occasione il piatto raro della tedesca o della slava, della francese o della svizzera.
La sua vita personale, professionale e sociale però, dopo aver raggiunto l’apice, precipita.
Si tratta di un romanzo facile da leggere, scritto con la maestria che caratterizza un grande autore e da cui affiorano una serie di tematiche interessanti. Le situazioni scottanti sono trattate con ironia e senza mai sconfinare nelle formulazioni più banali e meno che mai nella pornografia, pur conservando un erotismo senza equivoci. La vita di provincia ha molto materiale incandescente nascosto sotto la cenere e la monotonia è solo apparente; ma è anche vita di gente che cade nell’oblio, che non lascia alcuna memoria e a un certo punto, quando un ottantenne racconta i fatti oramai antichi, sembra di trovarsi all’interno di un’idea di Borges.
Un aspetto forse poco esaminato dalla critica è relativo a un’eventuale strategia narrativa di Piero Chiara circa le abitudini del protagonista, il quale è un uomo francamente brutto e moralmente discutibile ma che ha un enorme successo con l’altro sesso.
Alto poco più di un metro e mezzo, curvo e quasi gobbo, già grasso e occhialuto a vent’anni e simile a un coleottero o a uno scarabeo stercorario per la sua tendenza a cacciarsi nel sudicio.
La circostanza è vagamente spiegata con la convinzione o la speranza da parte delle donne di avere, eventualmente, una contropartita legata alla posizione professionale del Pretore. Si tratta di un caso, di una congiuntura funzionale alla dinamica del romanzo, nel quale una buona parte del genere femminile che compare fugacemente sostanzialmente si prostituisce o accetta le iniziative di Vanghetta. A questo proposito è impossibile rintracciare qualsiasi retro-pensiero generalizzato dell’autore in tal senso e, come ha scritto Umberto Eco riferendosi ad altri contesti, un autore non può evitare di innescare inconsapevolmente meccanismi ai quali non avrebbe minimamente pensato. Piero Chiara resta per questa e per altre sue opere uno scrittore da rivalutare e diffondere senza riserve.
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Il pretore di Cuvio
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