Il volto nascosto
- Autore: Giorgio Montefoschi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2015
“Alle tre e mezza in punto di un pomeriggio d’aprile non molto lontano dai nostri giorni - l’anno per l’esattezza in cui l’uomo stava per deporre sul suolo lunare la sua orma - come faceva da parecchie settimane, ormai, Ernesto Finzi scese dalla Circolare alla fermata di via Merulana, e s’avviò in direzione di via Ruggero Bonghi”.
Primavera 1969. Il giovane studente Ernesto sotto un cielo che minacciava pioggia, stava raggiungendo la casa della sua ragazza la sensuale e inquieta Carla Paladino. Dopo avergli tolto l’impermeabile dalle mani, la giovane “gli si strinse addosso”, non voleva essere baciata ma “voleva appena essere sfiorata”. Ernesto era spazientito dal suo atteggiamento e dichiarandole il suo amore le chiedeva il motivo del suo comportamento ma Carla non voleva o non sapeva rispondere. La stessa sera a casa il giovane uomo l’aveva chiamata al telefono ma le parole di Carla, che si lasciava amare non amando, non l’avevano rassicurato. Nei giorni seguenti Ernesto le “attribuì il desiderio di stare sola per un po’ a un capriccio infantile” con il quale punirlo piuttosto che a una effettiva volontà di stargli lontana.
Dopo due settimane il ragazzo era tornato da Carla e lei si era mostrata più affettuosa. Ma quando Carla aveva detto a Ernesto che non lo voleva più vedere, il ragazzo aveva rispettato il suo desiderio. Di fronte all’abitazione di Ernesto in via Pompeo Magno, vicino al Tevere nel quartiere Prati, un appartamento sito in un villino del primo dopoguerra, dove il ragazzo abitava insieme al padre medico e ai fratelli, era da poco venuta a vivere Franca Piano “capelli neri, corti, la bocca piccola tonda, il naso sottile”. La ragazza era un’amica della bionda Carla e con Ernesto si erano conosciuti alle lezioni di Storia Medioevale. Per Ernesto era stato semplice invaghirsi dell’assennata Franca, sembrava sereno ma il pensiero del suo antico amore non riusciva proprio ad abbandonare la sua testa.
Giorgio Montefoschi, con una prosa essenziale ed elegante, tratta il tema dell’incomunicabilità uomo-donna, rivelandosi esperto nel descrivere le dinamiche amorose. Scrittore e critico letterario, nato a Roma nel 1946, vincitore del premio Strega nel 1995 con “La casa del padre”, ambienta spesso i suoi romanzi nelle strade e negli ambienti della borghesia capitolina. Ne Il volto nascosto è il Tevere che fa da spartiacque fra Ernesto e Carla in una città che, in ogni stagione, appare una perfetta anche se indifferente cornice alle gesta e agli affanni del cuore dei protagonisti.
Solitamente la giornata dell’autore ruota intorno alla scrittura: dopo la consueta lettura dei giornali, seduto a tavolino inizia a scrivere con una stilografica per circa tre ore. Nel pomeriggio riprende la sua attività con il consueto rigore e disciplina recensendo libri o scrivendo articoli. Con questo ritmo collaudato Giorgio Montefoschi ha scritto sedici libri.
“Ho descritto anche altri quartieri di Roma otre ai Parioli: l’Aventino, Prati, il quartiere Nomentano, tutti posti ai quali do un significato. La Roma borghese che io descrivo non è cambiata molto, le sue strade si sono abbastanza preservate. Il segreto di Roma è una città che conserva il tempo, dal punto di vista archeologico dà la sensazione che il tempo non muoia mai e ciò è molto rassicurante. Le donne romane sono protagoniste dei miei libri senza saperlo, perché fisicamente mi sono ispirato a loro.”
Ha chiarito l’autore in un’intervista. La città è importante nei suoi romanzi, perché riflette il tempo, le abitudini e le cose.
“Riconobbe, in fondo al cuore, il buio assoluto, la fonte misteriosa che lei nascondeva dentro il suo corpo”.
Il volto nascosto (I grandi tascabili Vol. 1290)
Amazon.it: 7,49 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il volto nascosto
Lascia il tuo commento