L’"Iliade" è un’opera strana, fatta di tante storie e il suo autore è nonostante tutto ancora misterioso. Considerato un vecchio cieco, chiamato in genere Omero, ci ha illuminati di tante novità immense.
Commentare il classico dei classici non è facile. Un classico è un’opera di cui si pensa di sapere tutto: autore, trama, personaggi. L’"Iliade" non è così semplice, anche l’autore non si sa se sia esistito o meno.
La trama è nota: la guerra di Troia e l’assedio degli Achei, protogreci che hanno nella guerra molti re, alcuni divini o eroici. L’"Iliade" è un grande poema epico e l’elemento più interessante è la presenza di tanti sentimenti elevati: l’amore, l’odio, la paura, il fatto che le guerre non si facciano mai per ragioni serie e altro.
L’elemento più importante è la presenza dell’eroe, fondamentale per il mondo occidentale. Achille rappresenta l’immagine dell’individuo eccezionale, colui che ha il potere di conquistare, ma anche il destino di morire perché ha sangue umano.
E gli Dei... Credo che nessun autore oltre a Omero li abbia trattati con minor rispetto. Sono deboli, infidi e noiosi, la loro immortalità li rende ridicoli, dal momento che non hanno la possibilità di emendarsi.
L’"Iliade" ama la gioventù che è destinata all’eroismo, secondo i modelli antichi greci, mentre la vecchiaia è il momento del ricordo e della saggezza. L’età media è fatta di tante meschinità come nel mondo reale.
Veramente un’opera su cui riflettere e sognare perché gli eroi sono sempre vivi.
Iliade
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