Inferno su Malta
- Autore: Nicola Malizia
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mursia
- Anno di pubblicazione: 2015
Malta: grande occasione perduta in una guerra sbagliata. Un coltello nel fianco della penisola, ad appena 93 chilometri dalla Sicilia. Ecco quello che l’isola mediterranea inglese è rimasta per tutta la guerra italiana contro gli Alleati, nonostante gli incessanti bombardamenti italo-tedeschi che scatenarono l’ “Inferno su Malta”, titolo del saggio storico di Nicola Malizia, pubblicato da Mursia nel 2015 (collana Testimonianze fra cronaca e storia, pp. 436 pagine, euro 23,00) dopo la prima edizione del 1976.
L’ex ufficiale dell’Aeronautica italiana ricostruisce, praticamente giorno per giorno, la più lunga battaglia aeronavale nel Mediterraneo, dal 1940 al 1943, del tutto infruttuosa, nonostante i danni e i lutti provocati alla popolazione civile maltese. Non avere invaso per tempo l’isola continuò a dimostrarsi un errore fatale, pagato a caro prezzo da tanti marinai, aviatori e dai soldati che venivano trasportati in Cirenaica dal naviglio martellato dalla Marina e dall’Aviazione britannica, appoggiate logisticamente proprio a Malta. Con un blitz alla Pearl Harbour, l’Italia avrebbe dovuto sbarcarvi fin dalla dichiarazione di guerra, nel giugno 1940. Gli inglesi se lo aspettavano ed erano pressoché impotenti. Ma quello che avrebbe dovuto verificarsi non si verificò e quello che sarebbe stato indispensabile evitare si concretizzò invece nel tragico stillicidio di perdite che falcidiò i convogli italiani tra l’Italia e la Libia.
Nella deficitaria condotta di guerra mussoliniana, Malta si rivelò l’ennesima pessima scelta. L’autore, un tecnico militare, mette in risalto la visione totalmente e costantemente inadeguata del rapporto costi-benefici nei tre anni del conflitto. La vera importanza della roccaforte britannica venne sottovalutata e la mancata conquista dell’arcipelago, oltre all’irrazionale metodo d’attacco dal cielo – ci si illuse di neutralizzare il potenziale bellico con la sola aviazione, impiegando bombardieri d’alta quota, con pochi voli radenti – ne fecero la base più ostile alle nostre attività aeree e navali nel Mediterraneo centrale.
Chiunque avrebbe colpito duro nei primissimi giorni del conflitto, quando sull’isola non c’era ancora nulla che potesse ostacolare uno sbarco. Malizia sostiene che paradossalmente non sarebbe stato necessario nemmeno impegnare la potente Regia Marina, perché
“sarebbe bastata la modesta flottiglia di motopescherecci di Mazara del Vallo per occupare, in meno di quarantottore, l’intero teatro d’azione”.
Ma per quanto il problema fosse stato già preso in esame teoricamente, quasi niente di concreto venne realizzato. Si sbagliò e si continuò a sbagliare, facendo poco o niente anche per ostacolare il progressivo rafforzamento della piazzaforte inglese. Sebbene questa restasse certamente un’operazione difficile, condotta a costo di sforzi notevoli dalla Marina di Sua Maestà, non venne mai adeguatamente intralciata, salvo una mega operazione navale, la seconda battaglia della Sirte, che terminò con un successo tattico italiano nemmeno pienamente compreso dai nostri.
Senza minimamente sfruttarlo con uno sbarco – comunque difficile – si preferì proseguire nella martellante attività aerea della Regia Aeronautica e della Luftwaffe, protratta sterilmente, distruggendo soprattutto abitazioni civili e infliggendo danni limitati alle strutture militari, per la copertura che la particolare orografia (grotte e caverne) assicurava agli obiettivi più importanti. L’isola non corse mai il rischio di essere invasa. La “pomposa” Operazione Malta-C3, progettata e mai realizzata nel 1942, sarebbe stata attuata comunque tardivamente. Con gli USA In guerra, gli oceani erano aperti alle flotte americane.
“L’esame di questa pagina storica è ancora fonte di dubbio e severi contrasti”
scrive Nicola Malizia nella prefazione. Negli anni sono state date varie versioni, si sono ascoltate tante giustificazioni dai responsabili e sono state tentate discolpe da storici e studiosi.
“Ma la domanda rimane sempre la stessa: perché tanta “potenza” e tanta “tenacia”, in uno scoglio di poco più di 500 kmq, capace di tenere in scacco la Regia Aeronautica e di seguito anche la Luftwaffe, per non parlare della Regia Marina?”
La verità, conosciuta molto tardi, a fine ’900 è che oltre al valore e alla migliore preparazione aeronavale, gli inglesi ebbero gioco facile perché conoscevano con esattezza le mosse dell’Asse, avvalendosi di un segretissimo sistema di decrittazione: l’apparato Ultra Secret decifrava in chiaro tutti gli ordini in codice scambiati dai Comandi.
A questo Nicola Malizia aggiunge l’incapacità di alcuni cervelli, che difettarono d’intelligenza e di coraggio, tentennando davanti alle decisioni risolutive. Non si riuscì così ad evitare il dissanguamento dei rifornimenti verso la Libia, che penalizzò l’intera campagna africana.
“Malta fu l’errore più grave della guerra italiana. pari a quello della Germania: il non avere invaso la Gran Bretagna subito dopo lo sfacelo di Dunkerque”.
Inferno su Malta: La più lunga battaglia aeronavale nel Mediterraneo. 1940-1943
Amazon.it: 21,85 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Inferno su Malta
Lascia il tuo commento