Insostanziale azzurro
- Autore: Anna Balzarro
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Con grande capacità narrativa la storica Anna Balzarro nel suo Insostanziale azzurro (Dei Merangoli Editrice, 2024) costruisce un percorso che, partendo da un anno speciale del secolo scorso per gli avvenimenti che vi si svolsero, il 1953, così lontano eppure così vicino, intreccia tre vicende salienti che ne contraddistinsero le caratteristiche: la morte di Stalin, nel marzo del ’53, che arrivò come un fulmine a ciel sereno nella sezione di Centocelle del Partito comunista italiano, dove militavano alcuni dei protagonisti della storia che l’autrice racconta. In quello stesso anno ci fu l’assurdo processo che portò ingiustamente sulla sedia elettrica i coniugi ebrei Julius e Ethel Rosenberg, accusati di spionaggio nel clima rovente di anticomunismo scatenato dal senatore McCarty. E infine l’incontro casuale, ma molto importante nell’economia del libro, con la poetessa americana Sylvia Plath.
C’è una bella parte autobiografica nel lavoro di Anna Balzarro, che racconta di Armida Campana, una ragazza romana di appena ventitré anni, da poco laureata, figlia di un avvocato e della signora Teresa, fidanzata con Giulio Sovera. In questo personaggio centrale del racconto è facile identificare la madre di Anna Balzarro; Armida, infatti, antesignana dello scoutismo femminile in Italia, viene scelta per rappresentarci in un grande incontro internazionale che si svolgerà negli Stati Uniti, in una cittadina, Pleasantville, che ospiterà le ragazze provenienti da ogni paese.
Armida aspetta con trepidazione il visto per gli Usa, difficile da ottenere per la forte diffidenza nei confronti del nostro paese a causa della forte presenza comunista nell’Italia del tempo. Deve inoltre combattere con i pregiudizi familiari: una ragazza sola, fidanzata, che parte per due mesi sulla Nave Saturnia, con la sola compagnia della professoressa Romagnoli, che deve guidarla nell’avventura americana, non era una situazione usuale in una società che vedeva il ruolo della donna confinato agli stereotipi della sottomissione al volere dell’uomo, marito o padre che fosse.
Mentre nella sezione del PCI di Centocelle la giovane Liliana Battistini, militante entusiasta, preparava la campagna elettorale contro la Democrazia Cristiana che si batteva per una legge elettorale che era stata subito chiamata “Legge truffa”, contrastata dal fidanzato Claudio che ne temeva il protagonismo, il libro ci porta dalla periferia romana alle vicende che a New York vivono quanti appoggiavano i coniugi Rosenberg, genitori di due bambini, detenuti a Sing Sing in attesa della grazia che non arriverà mai.
L’incontro tra la giovane romana Armida, coraggiosa e intraprendente, nel suo semplice vestitino a fiori, e la stagista promettente, Sylvia, che ha ottenuto di spostarsi dal suo college per lavorare per la rivista patinata Mademoiselle, è una delle parti del libro che ho più apprezzato: Sylvia Plath scrive anche se non sa stenografare, è piena di talento, dall’esperienza newyorkese nascerà il suo unico romanzo, The Jar bell, e anche la passione per la politica. Intenzionata a seguire il caso dei Rosenberg e a scriverne, verrà fermata dalla direttrice della rivista femminile, che ritiene quell’argomento non adeguato al target delle destinatarie della rivista. Una delusione che sarà alla base della depressione che porterà Sylvia a un tentativo di suicidio che si concluderà appena dieci anni dopo a Londra, dove la poetessa muore ad appena trentuno anni, non senza aver mantenuto un rapporto non solo epistolare con l’amica italiana. Il soggiorno delle due amiche al Barbizon (“for women only”, come era chiamato il mitico hotel newyorkese), sarà per Armida un ricordo indelebile.
Molto interessante e direi coinvolgente il modo in cui l’autrice ci accompagna dalla casa borghese di via Crescenzio nel quartiere Prati a Roma, al campo scout nel bosco di Pleasantville, dalla cabina della Nave Saturnia durante la traversata verso l’America alla sezione del PCI di Centocelle, dal campo di calcio a Don Bosco, quartiere tuscolano, alle stanze dei campus americani, dove ragazze di tutti i paesi si incontrano parlando inglese e proponendo un tipo di emancipazione femminile ante litteram.
La narrazione commuove i lettori che si immedesimano con i due bambini Rosenberg, orfani ingiustamente colpiti da un antisemitismo e anticomunismo viscerale che colpì la società statunitense; commuove per la sorte dei figli di Sylvia, presenti al suicidio della giovane madre, troppo infelice per sopravvivere; commuove per le scelte coraggiose delle ragazze degli anni ’50, Armida e Liliana, che seppero fare scelte anticonvenzionali, impegnate nei loro ideali, convinte del proprio posto come donne in una società che si andava faticosamente rinnovando. Il titolo originale del libro si deve a versi di Sylvia Plath tratti dalla poesia Ariel, “Then the substanceless blue”, un affettuoso e forse doveroso omaggio alla poetessa troppo presto scomparsa.
Insostanziale azzurro
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