L’anno della maturità
- Autore: Anna Balzarro
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
In tempi in cui la memoria storica diventa merce rara, in cui la scuola fa quel che può, ma non basta, per tenere vivo l’interesse per quanto è accaduto nel corso del secolo scorso, che troppo spesso appare ai ragazzi, soprattutto ai più giovani, assimilabile alla “preistoria”, in un appiattimento sul presente immediato che appare davvero pericoloso, un libro come quello della giovane storica Anna Balzarro, studiosa della Resistenza, può diventare uno strumento prezioso per presentare agli studenti (fascia dai 15 anni) una tematica che affronta con serietà e leggerezza due nodi fondamentali della storia del secondo novecento: la Resistenza, appunto, e il terrorismo degli anni Settanta, che diventano nucleo della narrazione nel romanzo, il primo dell’autrice, dal titolo “L’anno della maturità” (Sinnos 2014).
11 brevi capitoli a partire della data del luglio 1987, quando l’esame conclusivo degli studi superiori si chiamava ancora “la maturità” (oggi più banalmente Esame di Stato), che ci raccontano la vacanza di un gruppo di ragazzi appena diplomati. Giulio Righetti è il narratore, che ha ottenuto dalla nonna Ester di poter ospitare nella loro casa di Monterosso in Liguria i suoi compagni per una meritata vacanza al mare. Giulio vive con la madre: i suoi genitori, che si erano conosciuti a Roma durante gli scontri di Valla Giulia nel ’68, sono separati. Roberta, Fabio, Luca, Carlotta, con appuntamento davanti a scuola, sono pronti per partire,. Le mamme di Giulio e di Roberta sono due serie professoresse, ex sessantottine, molto amiche, che hanno predisposto il soggiorno dei ragazzi rendendo abitabile la casa estiva.
La sorpresa che è al centro della trama del romanzo è il casuale rinvenimento, dietro un comodino, di una lettera dimenticata, misteriosa ma inquietante, datata 1977, indirizzata alla madre di Giulio, in cui si accenna a sensi di colpa, di un morto a Genova di cui parla la stampa, in cui sono coinvolti terroristi a Borgorea, il paese in cui la madre di Giulio in quell’estate si
era stabilita per fare ricerche per la sua tesi in storia della Resistenza.
I ragazzi, spaventati da quelle poche righe ambigue, decidono di indagare su quei gravi fatti di sangue nei quali forse erano coinvolte le due amiche, madri dei ragazzi.
Parte così un viaggio a ritroso nel tempo, con i protagonisti che si improvvisano detective e studiosi di storia locale, fino a ritrovare testimoni che, dopo molte reticenze, li aiutano a ricostruire fatti gravissimi di cui i famigliari di Giulio erano stati protagonisti. La Resistenza prima, il terrorismo degli anni Settanta poi, divengono allora più chiari perché raccontati da chi ne era stato parte attiva, rendendo finalmente evidente ai giovani sgomenti l’innocenza delle loro madri, il terribile destino della nonna Ester, ricostruendo la verità storica troppo spesso oscurata da vergogna, reticenza, paura.
I personaggi, anche minori, sono ben delineati; i vecchi sessantottini che ancora, venti anni dopo, costruiscono borse (brutte) di pelle che vendono; il vecchio partigiano comunista che vive di ricordi; i partigiani che fecero parte della “Brigata Lupo” che mostrano la loro foto in montagna e raccontano ai ragazzi le loro scelte antifasciste, a partire dagli anni Trenta... La ricostruzione fedele di quei mesi drammatici avviene attraverso le voci di testimoni credibili, di persone amate, in luoghi familiari.
Il libro, grazie al suo stile agile, alla storia coinvolgente, al linguaggio attuale e immediato è uno strumento interessante, che suggerisce un metodo di lavoro per ricostruzioni storiche nelle quali gli studenti potrebbero cimentarsi, evitando la sola (spesso indigesta) lezione frontale o peggio il solo libro di testo, troppo lontano dai modi comunicativi della maggioranza degli attuali alunni di scuola superiore.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’anno della maturità
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