Io sono Gesù di Giosuè Calaciura

Io sono Gesù di Giosuè Calaciura (Sellerio, 2021) è un libro che sorprende, non solo per l’originalità del tema trattato ma anche per la qualità della scrittura dell’autore, scrittore affermato, vincitore di premi letterari e che ha valicato i confini della Penisola per la sua fama e i successi ottenuti.
Un libro che stimola la lettura, la riflessione e l’approfondimento su una figura eccezionale della storia del mondo, e che colpisce per la naturalezza e la semplicità con cui affronta un tema apparentemente ostico specie nei tempi in cui si vive, pieni di dubbi e incertezze.
È un tema apparentemente complesso ma sempre di interesse. Così l’incipit del libro:

“Sono nato a Betlemme, trent’anni fa. Mia madre, quando ero bambino, raccontava la notte leggendaria della mia epifania per rendermi sopportabili i lunghi viaggi a dorso di asina, quando non aveva altre meraviglie da indicarmi nell’orizzonte del deserto, né animali, né profili di rocce e di pietre, e nemmeno nuvole che potessero accendere la mia curiosità con fantasie di volti umani, quelli dei parenti mai conosciuti che mia madre mi suggeriva in quell’aridità per rendermi più familiare il destino dell’esilio.”

Da questo inizio appare evidente chi è il protagonista di questo libro, e l’argomento con cui l’autore si confronta su un tema apparentemente classico, ma qui affrontato in maniera diversa e originale, in quanto si copre uno spazio temporale meno noto, per nulla percorso e tracciato, quale quello dell’infanzia e dell’adolescenza di Gesù. A quest’ultimo l’autore conferisce un alone di personaggio normale, dai tratti umani e con tutte le problematiche connesse al suo essere adolescente, e ai tanti interrogativi che si pone in questa condizione.

È un libro che per questo assume il carattere dello straordinario, dello speciale, essendo stato dato al personaggio principale, di cui si ritiene sia stato detto tutto il possibile, un tratto che finora era assente. Calaciura compie un’operazione con cui mira sovente all’essenziale nel tratteggiare i suoi personaggi, con una scrittura diretta, lineare, che arriva immediatamente, che non si arrampica in circonlocuzioni e che percorre il tratto più breve. Ne risulta una lettura piacevolissima, visionaria e poetica, quale è la cifra della scrittura dell’autore, laddove, come pure in questo libro, predomina una purezza nel linguaggio che ben si esprime nel descrivere situazioni e personaggi.

Si narra di un Gesù adolescente che fugge da casa, dalla madre e dal suo povero villaggio, e va alla ricerca del padre, ma il suo viaggio è in verità una ricerca sul suo passato, sul mistero della sua nascita. Si tratta di passato ma pare manifestarsi un richiamo sempre al presente, con un’attenzione particolare ai personaggi femminili, specie quello della madre che accetta la sua speciale condizione in nome di una promessa di redenzione collettiva, ma la nascita è un miracolo in quanto tale, il miracolo della nascita della vita. E si esprime anche, nella ricerca della figura del padre, la necessità di una guida, unita alla consapevolezza e all’esigenza di autogestirsi.

Poteva sembrare essere un’operazione temeraria, quasi provocatoria, narrare in prima persona la figura di Gesù, con il rischio di essere frainteso, ma è una prova d’autore che Giosuè Calaciura supera brillantemente con la qualità della sua scrittura.
Può anche leggersi come un libro per adolescenti, nel trattare una storia di un giovane uomo con i suoi stati d’animo, i suoi problemi, le sue inquietudini, i suoi disincanti e le sue angosce. Diverse quindi le chiavi di lettura di un "Vangelo" apocrifo tutto da leggere.