L’estate del ’78
- Autore: Roberto Alajmo
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2018
È un’estate particolare quella narrata in “L’estate del ’78”, quella di un giovane che si prepara a sostenere gli orali della maturità e, in un attimo di pausa, esce per prendere un gelato e incontra una donna che schermandosi gli occhi con la mano lo saluta: è sua madre. Questo è il nucleo narrativo ed emotivo dell’ultimo romanzo di Roberto Alajmo.
È un libro pieno di ricostruzioni e di rimpianti per la perdita dei genitori e si configura come un omaggio alla loro memoria ma contiene altri addii, come quando elenca un repertorio delle gioie irrecuperabili, quelle che non si è capaci di cogliere al momento e che poi svaniscono. Piccole gioie, come mangiare una frittura a cena, evitare di asciugarsi i capelli dopo lo shampoo e poi, ancora, abbracciare un genitore ed essere riconosciuti.
Il libro ha una sua cifra autentica, un aspetto autobiografico che non parla solo di dispiaceri, di distacchi ma possiede ed esprime anche toni ironici, in un insieme di eventi che tracciano il percorso umano dell’autore. Questi ripercorre un’estate in cui per tre mesi non vide la madre, che poi venne a mancare.
Ritorna indietro nella memoria familiare in una sorta di indagine rivolta al passato con cui tenta di rimettere a posto i tasselli, restituendo al presente la persona che non vi è più.
Si ricostruisce l’incontro dei genitori, il loro passato, cercando di dare loro una presenza nell’attuale. Una madre, Elena, scomparsa precocemente alla quale Roberto Alajmo rivolge un pensiero di affetto e di amore. Una storia apparentemente solo personale ma piena di sensibilità, nella quale molti possono facilmente rispecchiarsi.
È un libro che può essere facilmente accostato ad un saggio pieno di ragionamenti e di riflessioni sui rapporti familiari che rimangono sempre impressi nella vita, specie quelli della prima infanzia.
La madre era una donna che, in un’epoca in cui ciò era tutt’altro che abituale, si separa e va a vivere in un piccolo appartamento dove dipinge; per la sua “stranezza” la donna diventa oggetto dei pettegolezzi dei condomini. La madre di Roberto Alajmo era però una donna che aveva uno spessore culturale e aspirazioni intellettuali, aspetti eccentrici accentuati che erano anche effetto della malattia che la colse. Una madre diversa da quella rassicurante dei coetanei dell’autore, verso cui dimostrò un sentimento contraddittorio che alla sua scomparsa accentuò ancor più la sensazione di distacco e di ferita emotiva.
Ne “L’estate del ’78” si tratta anche della infermità che diede luogo a questa morte, erroneamente curata con farmaci malamente testati che erano la loro stessa causa , producendo una dipendenza da cui si poteva uscir fuori solo in modo traumatico.
Significante il contenuto dell’ultima lettera dove Elena scrive di aver scelto lei il momento del distacco e che il figlio comprenderà. Un’affermazione che segnerà l’animo dell’autore.
Una narrazione piena di profondità e di stile da cui si rimane coinvolti. Una storia intima che tratta di un dolore grande ma con atmosfere e toni anche lievi ma sempre significanti.
L'estate del '78
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