L’adultera
- Autore: Laudomia Bonanni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2016
“L’adultera” (Elliot 2016) è il romanzo di Laudomia Bonanni (L’Aquila, 8 dicembre 1907 - Roma, 21 febbraio 2002), edito per la prima volta nel 1964 da Bompiani, selezionato per il Premio Strega e finalista al Premio Campiello, rieditato ora dalla casa editrice romana. La scrittrice, maestra elementare, autrice di libri per l’infanzia e di alta narrativa, pubblicista su quotidiani e riviste letterarie con centinaia di corrispondenze ed elzeviri, è scomparsa a 94 anni quasi completamente dimenticata. Le recenti riedizioni delle opere di Bonanni hanno riacceso l’interesse degli studiosi per questa importante personalità della letteratura italiana, sempre attenta alle problematiche delle classi più umili.
“Le cose stanno in sella e cavalcano l’umanità” di Emerson è l’incipit del romanzo, significativo ritratto di una donna che cavalca il proprio tempo, anzi lo anticipa.
Italia, anni Sessanta, primavera milanese. Linda è una donna moderna: mentre la maggior parte delle sue coetanee sono solo mogli e madri più o meno appagate, lei è una quarantenne bella e indipendente economicamente, che viaggia per lavoro attraverso tutto lo Stivale come rappresentante. Anche quella mattina presto, dopo essersi fatta il bagno nella vasca e aver sentito il vagito del neonato della coppia che abitava nell’appartamento attiguo a quello che divideva con il marito Antonio e con Nina, la loro bambina, Linda si sarebbe recata alla stazione per prendere il treno. Il lavoro quella volta portava Laura a Napoli, accompagnata dall’astuccio nero del campionario e dalla piccola valigia chiusa a chiave. “Torna presto, Linda” erano state le ultime parole di Antonio quando aveva accompagnato la moglie sulla banchina accanto al vagone di prima classe del “direttissimo”. L’uomo cercava di manifestare interesse all’attività della consorte, nonostante i rifiuti sempre un po’ secchi a conoscere le percentuali e conteggiarle nel bilancio domestico. Antonio, meridionale per via di madre era segretamente mortificato di far lavorare Linda. Il treno non era arrivato nemmeno a Bologna che Linda aveva dovuto subire le molestie di un passeggero volgare e repellente che indossava un impermeabile sudicio stazzonato, per non parlare del furto del denaro dalla sua borsetta. “La prima volta che mi succede in treno, pensò ragionatamente”. Il viaggio aveva condotto Linda a Roma, alla Stazione Termini. All’interno dello scompartimento la donna saltò in piedi, tirò giù il bagaglio, raccolse borsa, soprabito e giacca, tolse la fede dal dito gettandola nella borsa e scese dal “direttissimo”. Norman la stava aspettando, lo riconobbe “da come tagliava la folla con le spalle”.
In questo romanzo dallo stile incisivo e perturbante, l’autrice delinea con estrema bravura la figura di un’adultera e lo fa dando testimonianza dello spaccato della società italiana di allora. Un romanzo dal finale tragico e spiazzante, attualissimo se pensiamo alle trasformazioni della famiglia avvenute negli ultimi tempi e al ruolo della donna nel nostro Paese.
L'adultera
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