L’amicizia pura di Simone Weil

L’amicizia è per me un bene incomparabile, senza misura, una sorgente di vita, non in senso metaforico ma letterale. S.W, 1942

I curatori di questo bellissimo libro, "L’amicizia pura” di Simone Weil, Domenico Canciani, docente presso l’università di Padova, e Maria Antonietta Vito, poetessa e scrittrice, sono entrambi studiosi di Simone Weil e nel corso degli anni hanno scritto numerosi volumi sulla sua vita e sulla sua storia. Compagni di vita condividono l’amore per la filosofia. Mai sottratti alla lettura degli scritti della Weil, pane quotidiano, anche per questa pubblicazione approfondiscono le scelte e la ricerca intellettuale della filosofa e scrittrice francese, custode fedele come era di un’armonia perduta nel mondo moderno.
Nata a Parigi nel 1909, di origini ebraiche, cresciuta in un ambiente completamente agnostico, Simone Weil visse profondamente la sofferenza umana: per i poveri, gli operai, i diseredati. Fu un’antireligiosa, una sindacalista militante, una rivoluzionaria. Condivise il suo stipendio con i disoccupati, la fame e il freddo con i più poveri, abbandonò la cattedra di filosofia lasciandosi coinvolgere nella guerra spagnola, fino ad un’illuminazione che trasformò totalmente la sua vita.

I suoi appunti con gli scritti sull’amicizia e le lettere intercorse con alcuni dei suoi più cari amici sono riportati ampiamente in questo libro che raccoglie il suo itinerario spirituale e filosofico risalente al periodo vissuto a Marsiglia, prima della sua partenza per New York. Anni durante i quali era dedita allo studio e alla scrittura, malgrado il suo profondo tormento per gli orrori del nazismo. Pensieri, riflessioni, concetti filosofici, nuove esperienze mistiche e di amore che consocerà alle considerazioni giovanili scritte nel 1934. Attraverso la scrittura continuava ad interrogarsi, cercando di trovare risposte alle domande più intime dell’uomo, come quella del divario tra coloro che si considerano più forti con i più deboli.
L’amicizia sarà per la Weil una gioia gratuita come quella che può donare l’arte e andrà vissuta come sorgente di ricchezza interiore. Un amore personale, umano che racchiude un riflesso dell’amore divino e un principio di uguaglianza che preservi il libero consenso in se stessi e nell’altro. Fuggita da Parigi come altri intellettuali e artisti del tempo, a Marsiglia collaborerà con la redazione di critica, filosofia e poesia, Cahiers du Sud. La vivrà come un’opportunità per potersi ancora rivolgere ad una civiltà messa a dura prova dall’uso della forza e dell’esaltazione di Hitler.

Un periodo fecondo nel quale approfondirà l’amicizia con Gustave Thibon, filosofo contadino conosciuto tramite il domenicano Padre Perrin. Il loro rapporto sarà delineato da una profonda affinità etica e la Weil traccerà le basi delle sue teorie sull’amore per gli amici e per il prossimo. E l’amicizia a distanza, vissuta sull’assenza, con Antonio Atares, il contadino rinchiuso nel campo di internamento del Vernet, della cui vita di sofferenze e di lavoro al quale era costretto, la Weil si farà carico ricostruendone la figura di uomo: pagine stupende che parleranno di prigionia e distruzioni dell’umanità. E ancora l’amicizia folgorante con Joé Bousquet, costretto a letto da una pallottola che l’aveva colpito alla schiena durante la Grande Guerra. Per la Weil il loro incontro, sarà un evento prezioso. Per Bousquet l’essere imprigionato a letto, sofferente, era il privilegio che gli consentiva di guardare realmente all’uomo, alla guerra e alla catastrofe imminente. Da molti anni il suo dolore non abbandonava il suo corpo né la sua anima, anche durante il sonno. La Weil saprà ascoltarlo in silenzio, commuovendosi in un coinvolgimento pieno, fisico e spirituale, rivolto alla ricerca della Verità. L’intensità del loro rapporto e l’eco dei loro pensieri saranno il perno di profonde ed uniche riflessioni cristiane.

L’amicizia è il miracolo grazie al quale un essere umano accetta di guardare a distanza e senza avvicinarsi quello stesso essere che gli è necessario come un nutrimento.