L’educazione delle fanciulle. Dialogo tra due signorine perbene di Luciana Littizzetto e Franca Valeri

"Perché quando va al supermercato, il maschio compra sempre delle cose disgustose. Tu cerchi di farlo mangiare sano e lui compra delle vaccate. Arrivi alla cassa e c’è uno scontrino che è lungo come la Torino-Milano e lui casca dal pero: «Oh, ma come mai?» Eh, come mai, pistola… hai comprato la qualsiasi! Per esempio, Davide compra mestoli e colapasta tutte le volte che andiamo al supermercato. Abbiamo mazzi di colapasta. Non resiste. Tutte le volte sente che ha bisogno di un colapasta. Che poi la colasse qualche volta ’sta cacchio di pasta…"

Ne "L’educazione delle fanciulle. Dialogo tra due signorine perbene" (Einaudi, 2011) ritroviamo due generazioni di comiche che dialogano e si confrontano su tutto ciò che la vita ha o potrebbe avere in serbo per una bambina che poi diventerà ragazza e, se sarà fortunata, si trasformerà in donna.
Da una parte c’è Franca Valeri che dal primo dopoguerra ad oggi è stata e continua ad essere icona dell’ironia al femminile priva di volgarità, pregna di furbizia ed intelligenza; dall’altra parte a risponderle è Luciana Littizzetto, lingua tagliente della domenica sera priva di filtri e lontana dal qualunquismo e dalla banalità.

“L’educazione delle fanciulle” è un dialogo tra queste due “ragazzacce perbene”: un’opera scritta a quattro mani e due penne libere di poter parlare di amore, di eleganza, di scarpe, di uomini, della fatica dell’essere donna e della bellezza di ritrovarsi addosso un corpo sinuoso.
Due voci diverse ma che fuse restano intonate, un quadro delizioso della donna, dell’uomo e della vita nella sua evoluzione dagli anni ’30 ad oggi.

Un confronto interessante, intenso, divertente e anche a tratti commovente di un mondo che, se guardato da così vicino, non sembra poi essere così rosa, ma pregno sia di milioni di sfumature dei colori primi sia di colori nettissimi.