L’eretica di Dio
- Autore: Rita Coruzzi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2017
Una giovane donna straordinaria di oggi, Rita Coruzzi, per una giovanissima straordinaria protagonista della storia. La scrittrice di Reggio Emilia ha 31 anni. Giovanna d’Arco ne aveva solo 19 quando venne arsa sul rogo a Rouen, dopo aver guidato la riscossa francese contro le armi inglesi, nella guerra dei trent’anni (1337-1453). È alla Pulzella d’Orleans che Rita ha dedicato il secondo romanzo storico della sua carriera letteraria, “L’eretica di Dio”, pubblicato a giugno 2017 nella collana Narrativa Piemme (388 pagine 18,50 euro), dopo “Matilde” (2015, sempre edizioni Piemme), che aveva per protagonista la contessa di Canossa.
Proprio non si può evitare di addentrarsi nel privato della giornalista e autrice emiliana, perché la sua determinazione le fa onore, la sua vita è un esempio di come la volontà possa aiutare a superare limiti fisici rilevanti. È nata nel 1986, prematura, con le gambe troppo deboli per reggere anche una struttura così fragile. Era tanta la fretta di venire alla luce, che quel corpicino non aveva avuto tempo di crescere completamente. La mancanza dell’acetabolo le ha causato una lussazione dell’anca tanto grave che anni di terapie riabilitative non sono bastate a metterla in piedi. Dall’età di dieci anni è costretta alla sedia a rotelle, affetta da tetraparesi, dopo l’insuccesso degli interventi chirurgici tentati.
Ma Rita Coruzzi ha lottato come una tigre contro le difficoltà e con lei la sua mamma. Ha forza, ha carattere, eppure la grinta con cui sa affrontare la realtà non cancella l’animo sensibile che ha saputo coltivare, affidandosi a buoni studi di lettere, di storia, di religione. Si capisce dal suo modo di scrivere. Ed ha imparato a dare speranza, ad insegnare a vivere. È una predestinata, alla pari delle donne che ha scelto per le sue apprezzate incursioni nello storytelling.
Eventi portentosi accompagnarono la nascita di Jeanne, quartogenita e prima femmina di Isabelle e Jacques d’Arc a Domremy, il giorno dell’Epifania 1412. Una lunga eclisse solare stava terrorizzando il villaggio. La luna aveva coperto completamente il sole e fatto calare le tenebre in pieno giorno. In aggiunta, un fulmine cadde a distruggere l’enorme quercia al centro della piazza, uccidendo molti abitanti.
Al suo primo vagito, tornò la luce solare. Un segno: la vita aveva preso il sopravvento sul buio. Quella bambina era stata portatrice di salvezza.
Cresce a Domremy e nell’estate 1425 è una ragazzina spensierata, sempre sorridente, devota alla famiglia e alla religione. Certo, è del tutto analfabeta, ma cosa importa, l’attende solo un futuro di donna di casa, di moglie e di madre. Un futuro che le “voci” cambieranno.
A mezzogiorno, dopo i rintocchi del campanile, si sentì chiamare, nel giardino della chiesa.
“Giovanna. Giovanna… non temere”.
La voce si annuncia come San Michele arcangelo. Vede anche una gran luce. Una figura prende forma all’interno di un alone risplendente: è un angelo alto, bellissimo, con una tunica candida, il volto sorridente, le mani tese verso di lei, con amore. Altre esseri simili gli sono accanto, come un coro intorno al maestro.
Il messaggero divino le rivela ch’è stata scelta dal Signore per salvare la Francia e liberarla in suo nome, al comando di un esercito che sconfiggerà gli inglesi. Dovrà però restare pura e incorruttibile, vergine per tutta la sua esistenza.
La ragazza è scossa. Entra in chiesa in preda ai dubbi. Non sa se si è manifestata una creatura di Dio o una messinscena del maligno. Lei, prescelta per un compito tanto importante? Chi mai metterebbe una donna alla testa di armati? Ci vorrebbe un impavido, capace di imporre la sua autorità sulle gelosie tra i nobili e porre sul trono il delfino, Carlo di Valois.
Le voci tornano il 6 gennaio 1426. Due sante, Margherita d’Antiochia e Caterina d’Alessandria. Insistono a non arretrare, ad accettare il destino. Ma come può farlo, come può imporre la sua volontà ad un principe, convincerlo a metterla a capo di un esercito?
“Abbi fede, Giovanna, il delfino si fiderà, il suo cuore saprà che dici la verità. Dio sarà il tuo garante”.
Due anni dopo si ripresentano e Jeanne promette: obbedirà alla volontà del Signore, resterà casta, salverà la Francia. La bambina che non sognava altro che una vita normale e mai avrebbe assunto una responsabilità nella storia, si abbandona
“alla follia di Dio”.
Da allora vestirà solo abiti maschili, ma è con una semplice tunica bianca che il 30 maggio 1431 sarà condotta in piazza a Rouen, condannata al rogo per eresia recidiva. L’attende un alto mucchio di calce, al centro del quale si erge un palo.
Muore invocando Gesù, coraggiosa fino all’ultimo. Restano un mucchietto di ceneri e un cuore intatto, né bruciato nè annerito, sopra il quale tra lo stupore degli astanti si posa una colomba bianca. Si trattiene un poco, poi spicca il volo verso il cielo.
Non era una strega. Era una santa.
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