L’essenziale. Appunti di un lettore avventuroso
- Autore: Giovanni Floris
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Solferino Libri
- Anno di pubblicazione: 2023
L’essenziale (Solferino 2023) di Giovanni Floris, contiene Appunti di un lettore avventuroso, come recita il sottotitolo del saggio da lui redatto.
Giornalista e scrittore nato a Roma nel 1967, Giovanni Floris ha condotto “Radio anch’io”, è stato corrispondente dagli USA nel 2002, è autore e conduce l’appuntamento settimanale con la politica e l’attualità “Dimartedì” su La7, dopo tredici anni di “Ballarò” su Rai3 e ha seguito come inviato del “Giornale Radio Rai” i maggiori avvenimenti di politica, esteri ed economia.
Siamo noi a scegliere i libri o sono quest’ultimi che scelgono noi? Chissà… forse il magico incontro avviene a metà strada, a qualsiasi età, dai sei anni fino ad arrivare ai cento e oltre, perché i libri vanno salvati tutti e letti il più possibile.
Un buon romanzo, un buon libro di favole, ti prende per mano e ti sposta in un punto da cui le cose si vedono diversamente, o si vedono meglio. Basta leggere un libro, perché ti lasci il suo essenziale. Inutile poi impilarli in uno scaffale, spolverarli, lucidarli. Dopo letto, potremmo anche regalarlo, e forse dovremmo farlo, per dare l’opportunità a un’altra persona di entrare in un mondo popolato da personaggi e storie, che sempre lasciano un segno.
Per Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry:
“L’essenziale è invisibile agli occhi”
Ed è fondamentale per capire meglio se stessi, aiutando a capire il senso della propria vita.
Giovanni Floris nelle pagine del suo saggio dimostra che:
“Leggere è l’essenziale”.
L’autore, che ogni martedì sera su La7 con garbo e con il sorriso dirime le contese verbali tra i politici di diverse fazioni, che affollano la scena del suo celebre programma televisivo, ha scritto questo saggio partendo da un sogno, o forse è meglio dire da un incubo.
Una notte ho sognato un demone che mangiava i libri di casa mia. Piccolo, tutto nero, senza volto ma irridente, scattava veloce come un geco da uno scaffale all’altro della biblioteca.
Il demone sceglieva un libro forse a caso o forse no e lo divorava. Da qui, la domanda di Floris: Il demone come sceglieva i libri? Da questo quesito l’autore fa scaturire un percorso di riscoperta di storie lette e di scrittori, che hanno accompagnato la sua vita, e che oggi, da uomo maturo possono permettere di comprenderli appieno. È un percorso che ha fatto Floris ma che può fare ciascuno di noi, osservando la libreria di casa, riprendendo in mano i volumi dalle copertine più consumate, i cui incipit ancora emozionano. È un amarcord letterario, un modo per tornare indietro con la memoria, fino ai tempi della amata/odiata scuola. Per esempio il giovane Giovanni al liceo leggeva Arthur Rimbaud, Charles Baudelaire, Joris-Karl Huysmans, Paul Verlaine, Oscar Wilde.
Scoprire il fascino senza tempo del libro Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar da giovane adulto, durante una perigliosa trasferta in Sardegna, quando l’autore ancora lavorava al Giornale Radio ed era entrato nella Nazionale di calcio dei giornalisti Rai.
Animula vagula blandula…
Floris confessa in queste pagine di non essere un “lettore naturale”, ma di leggere per restare umano e anche per scoprire se qualcuno ha capito qualcosa della vita. Per questo non ama i libri inutili, o quelli che cercano di intercettare il gusto del pubblico, e negli scaffali delle librerie ce ne sono tanti di entrambi i tipi, che scalano le classifiche di vendita. I primi sono una falsa pista, i secondi lasciano il lettore dove lo hanno trovato. Magari già a buon punto, ma lo lasciano dove sta.
Il conduttore della trasmissione “Dimartedì” riprende in mano L’immortalità di Milan Kundera, letto a inizio anni Novanta, dove alla pagina 135 è sottolineata la frase:
Nella sua compassione per Paul cominciò a infiltrarsi l’irritazione.
A fianco il suo appunto:
I sentimenti si contaminano tra loro, si sporcano.
Da sempre, quando legge un libro Floris sottolinea a penna i passaggi che più lo colpiscono, prendendo appunti, sempre a penna, sul margine.
Se un libro cambia me, è giusto che io cambi lui.
Floris non ricorda con precisione la trama del libro di Kundera, come del resto gli accade con tanti libri che ha letto. Di alcuni praticamente non ricorda nulla, se non una sorta di sensazione, un’accelerazione istintiva che gli ispira la copertina.
“Questo credo sia l’essenziale di un libro, di un autore. La (a volte piccola) variazione di direzione che ha dato alla tua vita”.
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