L’idillio tra l’uomo e l’ombra
- Autore: Patrizia Ciribè
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2016
Il nuovo romanzo, il secondo dopo “Ada Gigli signorina, felicemente infelice” di Patrizia Ciribè, ha anche esso un titolo originale e vagamente inquietante, come d’altra parte è inquietante l’atmosfera che pervade tutto il libro, ambientato prevalentemente in un condominio di una città ligure, dove i diversi inquilini credono di conoscersi, perché si incrociano sulle scale e scambiano qualche parola ed episodiche visite, ma in realtà restano perfetti sconosciuti.
Tra loro c’è un uomo non giovane, un sessantenne ben vestito, sempre solo, dal nome insolito, Alex Turco, gentile ed appartato. Poi la signora Ida Torri, una donna anziana, sola, appartata, alla quale Elena, la protagonista del romanzo, fa visita portandole qualcosa della spesa appena fatta: ha capito che la donna ha seri problemi economici. Elena è sposata con Gianni, hanno un figlio, Marco, che va alle elementari, ed abitano nell’appartamento che era stato di sua nonna. Ma, come Alex Turco, anche Elena dietro una rispettabile esistenza borghese, nasconde segreti e misteri: è una figlia adottiva, soffre di una forma di cleptomania che la spinge a compiere piccoli furti e a compiere altri gesti non proprio ortodossi, come frugare nelle cassette della posta, o addirittura ballare nuda sul balcone: tutto dipende dalla sua cronica insicurezza, dalla inadeguatezza al proprio ruolo di madre e moglie, che le sta stretto e che malgrado l’aiuto di uno psicoterapeuta non sembra darle il sollievo che la faccia emergere da una latente depressione. L’incontro con Alex, che si innamora di lei e della sua grande bellezza, che la segue e non la denuncia, non riesce tuttavia a salvare Elena da una strana malinconia, in quanto l’uomo le appare circondato da una misteriosa ombra, un passato oscuro che lei non riesce a decifrare e che lo stesso Alex tiene ben celato. Il rapporto fra i due non riesce a crescere, bloccati come sono entrambi da problemi e da un passato alquanto oscuro.
Il romanzo, che procede nella prima parte come una storia di introspezione psicologica dei personaggi, finisce invece nell’ultima parte di virare verso il genere noir, fino all’imprevisto e drammatico finale. La seconda parte mi è apparsa più tesa e convincente, allorché tutti i misteri vengono svelati e i vari comportamenti dei personaggi, anche quelli minori, trovano la loro ragion d’essere. Quello che più convince di Patrizia Ciribè è una scrittura molto tradizionale, molto sorvegliata, soprattutto nell’approfondimento delle psicologia dei vari attori della scena in cui si dipana la vicenda: la breve apparizione di Augusta, una giovane donna ammalata di cancro, saggia e consapevole, capace di rasserenare con poche battute di dialogo il cupo e solitario Alex, è un esempio di come nel romanzo si trovino disseminate nel testo alcune pagine particolarmente incisive. Confesso di aver preferito la storia raccontata nel primo romanzo dell’autrice, anche se in questa seconda prova si nota una crescita dal punto di vista letterario: citazioni opportune, momenti di riflessione su temi esistenziali che vengono trattati con approfondita consapevolezza; interessante la pagina dedicata al rapporto con la malattia:
“Qualcuno pensa che ci sia una colpa nell’essere malati, qualcuno, addirittura, pensa che sia contagioso, che quella sfortuna si trasmetta. Quindi scopri che gli amici sono meno di quelli che pensavi. Quelli che restano si stufano presto di sentirti parlare, dicono che vogliono distrarti, ma in realtà preferiscono non pensare a come sia facile trovarsi nella tua stessa situazione”.
Patrizia Ciribè si rivela una audace narratrice, capace di parlare di tanti temi di attualità, il ruolo della famiglia adottiva, i drammi che può spesso causare nei figli, il rapporto tra i sessi, la violenza sulle donne mascherata dietro una sorta di perbenismo borghese, la depressione non sempre riconosciuta, la difficoltà di affrontare il cancro le sue difficili e costose terapie, il ruolo non sempre vincente della psicoterapia, la comparsa improvvisa della demenza senile: tutti temi abilmente mescolati nel romanzo, che forse pecca un po’ di eccesso di rivoli narrativi che rischiano di creare troppe divagazioni. Non posso dire di più per non rivelare il finale della storia, che vi consiglio di leggere, meditando.
L'idillio tra l'uomo e l'ombra
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