L’inverno a Lisbona
- Autore: Antonio Muñoz Molina
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
Lisbona con le sue case color ocra, con i suoi balconi di pietra, una terra piena di fascino, un piano bar, un bicchiere di whisky, le note di una canzone e la sensazione di un passato che riaffiora. Sono gli ingredienti di questo romanzo noir di grande effetto.
Fra atmosfere nostalgiche e notturne seguiamo le vicende di Giacomo Dolphin, malinconico musicista jazz, che con la nuova identità dietro alla quale si nasconde, Santiago Biralbo, è costretto a spostarsi in diverse città fra vecchi club e vecchi amici. Con la sua band si esibisce al Metropolitano di Madrid; sono trascorsi anni da quando suonava in un piccolo piano bar a pochi passi dal mare, il Lady Bird di San Sebastian, nella cui semioscurità piena di fumo trascorreva le serate con Lucrecia, femme fatale, e il suo compagno Bruce Malcom, un losco faccendiere americano che commerciava opere d’arte clandestinamente. Con Lucrecia fu subito amore. Una donna così bella, dal portamento elegante e seducente che Biralbo non riuscirà a dimenticare e che gli cambierà inevitabilmente la vita. Colui che narra la storia è un vecchio amico di Santiago Biralbo che dopo alcuni anni lo rincontra ad un suo concerto, con la nuova identità e con l’immutabile passione musicale che, nonostante gli anni trascorsi, riesce ancora ad emozionare il pubblico.
“ Trovai Biralbo reclinato su un divano di dubbia pelle, e dalle cuciture in evidenza, che guardava un programma televisivo. Davanti a lui il fumo di una sigaretta e di una tazza di caffè. Mi disse che gli piaceva vivere in alberghi di media categoria. Era solito tornare dal lavoro e dalle bevute notturne quando già l’alba era molto prossima. Mi disse che gli piaceva soprattutto quell’ora strana del mattino in cui gli sembrava di essere l’unico abitante dei corridoi e dell’intero albergo. In albergo, mi disse, nessuno ti inganna, tu stesso non hai nessun alibi per poterti ingannare sulla tua vita. “
La pericolosa relazione con Lucrecia ebbe fine un giorno di tre anni prima quando ella fuggì all’improvviso, lasciando Biralbo alla sua sofferenza. La canzone scritta per lei, Lisboa, è ancora viva dentro di sé: una musica composta senza mai aver conosciuto la città di Lisbona, era il sogno che voleva realizzare, il sogno di potersi perdere con Lucrecia in una città dove non era mai stato. L’abbandono e la lontananza dalla donna amata è stato a volte mitigato dall’arrivo di qualche lettera, ma ormai convive con la sua solitudine, custodendo gelosamente le lettere e la canzone scritta per lei, mai più eseguita. Col passar del tempo, dietro la fuga di Lucrecia e del suo compagno Malcom, Biralbo scoprirà storie torbide e pericolose.
“Alla musica non importa niente di noi. Non le importa il dolore o l’entusiasmo che ci mettiamo nel suonarla o nell’ascoltarla. Si serve di noi. Come una donna di un amante che non la appassiona.”
Un giallo da leggere tutto d’un fiato, sia per l’intreccio legato alla figura di Lucrecia che per la trama intrigante ricca di atmosfere sospese e malinconiche. La malinconia è sottolineata dall’inquietudine del protagonista e dalla sua musica, quella musica nella quale Santiago Biralbo si era perso rincorrendo la femme fatale.
Una trama che diviene cinematografica come spesso ricorre nella scrittura di Antonio Munoz Molina, uno dei più importanti scrittori contemporanei spagnoli, che si è occupato spesso di cinema oltre che nei suoi romanzi anche negli articoli giornalistici. Ne L’inverno a Lisbona, i riferimenti cinematografici sono molto evidenti: Lucrecia è la donna immaginata ed esaltata proprio come la femme fatale cinematografica e le canzoni suonate al piano bar riportano alla memoria il famoso film Casablanca, con Humphrey Bogart, una delle pellicole preferite dallo scrittore.
Edito da Feltrinelli nel 2001, è un libro da leggere per gli amanti della scrittura che evoca il tempo, la storia di un pianista jazz con la sua passione per una donna sfuggente, nel sogno di una città, Lisbona, dove il fado è il canto del destino.
L'inverno a Lisbona
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