L’ira di Venere
- Autore: Piergiorgio Pulixi
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Lo scrittore statunitense Jeffery Deaver ha detto che i racconti sono come pallottole di un cecchino, rapidi e sconvolgenti. Questa antologia di Piergiorgio Pulixi, che ne contiene ben venti, intitolata “L’ira di Venere” (CentoAutori, 2017, pp. 330, euro 15,00) rientra appieno in questa definizione. Allievo di Massimo Carlotto con cui ha iniziato la carriera, ha poi continuato da solo con una serie di romanzi noir di successo vincendo numerosi premi (ricordiamo la saga che ha per protagonista l’ispettore Biagio Mazzeo e quella con il Commissario-criminologo Vito Strega) ed è la prima volta che si cimenta con il genere delle storie brevi.
Come si deduce dal titolo, le protagoniste sono le donne: quelle che vivono con ferite profonde dell’animo, “ferite che non riescono a cicatrizzarsi”; donne umiliate o che hanno vissuto esperienze traumatiche. Sono comunque tutte accomunate dall’odio e, mosse da questo, tentano di ristabilire un ordine che ritengono perduto. Vittime e carnefici insieme.
C’è la moglie tradita che per vendetta si ritrova a compiere un gesto che non avrebbe mai neanche immaginato di commettere:
“Questo era mio marito. Un amante generoso e attento che mi toccava come se fossi fatta di cristallo, che mi portava al limite fino a lasciarmi senza fiato per poi stringermi quasi con disperazione come se temesse che potessi dissolvermi. Un padre dolce e sempre disposto a giocare, un uomo intelligente e ben voluto da tutti. Questo era mio marito, prima che arrivassi a scoprire che ciò che conoscevo di lui era soltanto la parte esposta alla luce, quella che metteva volutamente in risalto”.
E poi c’è Fata, una ragazza rumena che si ritrova in Italia a fare la prostituta, costretta a battere fino al quinto mese di gravidanza che metterà in pericolo la sua stessa vita pur di liberarsi dei suoi aguzzini:
“L’inverno arrivò una notte d’ottobre. Avevo quattordici anni quando vennero a prenderci. Me e altre cinque ragazzine. Ci portarono via ancora in pigiama, strappate al sonno con violenza, le pistole premute contro i nostri visi di bambine”.
Inoltre, vengono affrontati altri argomenti, tutti importanti, con evidenti riferimenti a casi realmente accaduti: l’inquinamento industriale, tema caro a Piergiorgio Pulixi e già elaborato nel 2008 attraverso il libro-inchiesta “Perdas de fogu”, scritto con il già citato Massimo Carlotto e con altri autori, che insieme hanno costituito il collettivo Sabot; o il sacrificio delle famiglie con disabili e del loro impegno quotidiano, molto spesso in solitudine, dove a farla da padrone sono sempre quei sentimenti che devastano la psiche e l’equilibrio interiore dell’essere umano.
Piergiorgio Pulixi, con capace regia, riesce a dare voce a queste passioni malate scandagliando personalità anche diverse tra loro. L’unico personaggio presente in molte delle vicende narrate è il commissario-capo di polizia Carla Rame, dal carattere forte e determinato ma anche molto sensibile e piena di compassione per le vittime. Sarà lei a dar loro dignità cercando di realizzare un po’ di giustizia, esponendosi però accettandone le conseguenze. Perché il destino, si sa, può essere più crudele con alcune persone più che con altre, ma certe volte ad essere ancora più spietata (e inaspettata) è la loro reazione. Il filo che divide normalità e follia è sottilissimo e quando si spezza non si può più tornare indietro.
L'ira di Venere
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